A Bruxelles, le proposte avanzate dal commissario europeo per il clima, Wopke Hoekstra, mirano a imporre nuove tasse sulle compagnie aeree, rappresentando una delle principali sfide politiche per il secondo mandato della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Questa iniziativa pone Hoekstra, di origini olandesi, in un potenziale scontro non solo con le compagnie aeree, guidate dall’influente Willie Walsh, che definisce i piani fiscali “assurdi”, ma anche con quei paesi dell’Unione Europea che temono ripercussioni sui loro settori turistici.
Oltre ad essere il commissario per il clima, Hoekstra detiene una seconda ed importante carica, gestendo anche la tassazione. Il suo obiettivo è incrementare le imposte pagate dalle compagnie aeree come parte dello sforzo per ridurre del 90% le emissioni del trasporto entro il 2050, secondo il Green Deal europeo. Gli aerei sono responsabili di circa il 4% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE e del 13,9% di tutte le emissioni dei trasporti. Intende dunque esaminare accuratamente i vantaggi fiscali di cui godono le compagnie aeree per far sì che il volo rifletta più accuratamente i costi ambientali veritieri.
Nel quadro delle politiche ambientali, il principio del “chi inquina paga” è cruciale, e nel settore dell’aviazione esiste la possibilità di fare passi avanti. Tradizionalmente, la tassazione ha favorito le compagnie aeree; queste non pagano tasse sul cherosene né l’IVA sui biglietti nella maggior parte dei paesi. Anche se incluse nel sistema europeo di scambio di quote di emissione, per lungo tempo hanno avuto deroghe nell’acquisto dei permessi di emissione. Tuttavia, entro il 2026, l’UE porrà fine a tali agevolazioni e le compagnie hanno già iniziato a pagare per l’inquinamento prodotto dai voli a corto raggio.
Gli obiettivi di Hoekstra includono l’introduzione di una tassa sul carburante per jet fossili, l’imposizione di un prezzo del carbonio sulle emissioni aeree extra-europee e l’abolizione delle aliquote IVA zero sui viaggi internazionali. Queste proposte hanno destato l’allarme tra i gruppi di lobby delle compagnie aeree e i ministeri del turismo dei paesi europei più orientati al turismo via aria.
Willie Walsh, direttore generale della lobby International Air Transport Association, sostiene che la tassa sia solo un modo per generare entrate, senza un reale impatto sull’uso dei jet privati. Dal punto di vista dei paesi mediterranei, il settore turistico, che costituisce una parte significativa del PIL, potrebbe subire un colpo competitivo dato che in paesi non UE le tasse non sarebbero imposte.
Infine, sebbene il settore dell’aviazione non sia il principale contributore al riscaldamento globale, la quota di emissioni è in rapido aumento. Secondo dichiarazioni di Hoekstra, nel contesto delle audizioni davanti al Parlamento, si è pronunciato favorevolmente verso idee come una tassa sui frequent flyer o l’IVA sull’aviazione.
Nonostante ciò, l’attuazione di tali riforme incontrerebbe notevoli ostacoli politici poiché i cambiamenti fiscali in ambito UE richiedono l’unanimità tra i paesi membri, una prospettiva attualmente lontana.
A me pare na roba giusta, chi inquina paga, finalmente qualcuno ci pensa! Ma la vedo dura, questi si fanno addirittura i grattacieli con le tasse che risparmiano…
Sono d’accordo che chi inquina debba pagare, è un principio di giustizia soociale e ambientalle. Tuttavia,, sono annchhe preoccupato che l’immplementazione di queste misure possa esere ostacolata da inteeressii potenti. SSperiamo che la voloonntà politica sia forte abbastanza da superaree queste sfide e che le risoorse siano effettivamente indirizzate verso soluzioni ecologichee.
Condivido la tua preoccupazione riguardo agli interessi potenti che potrebbero ostacolare l’attuazione di misure contro l’inquinamento. È fondamentale che la volontà politica sia solida e determinata a superare tali ostacoli. Inoltre, è essenziale garantire che le risorse siano effettivamente destinate a soluzioni ecologiche, affinché si possano vedere cambiamenti concreti e duraturi nell’ambiente.
Sono d’accordo, e aggiungerei che un coinvolgimento attivo della società civile e delle organizzazioni non governative può essere cruciale nel monitorare e spingere per l’effettiva realizzazione di queste misure. La trasparenza nel processo decisionale e la partecipazione pubblica possono contribuire a costruire una pressione positiva e a mantenere alta l’attenzione su questi temi.
Assolutamente, la partecipazione e il monitoraggio da parte della società civile sono fondamentali per garantire che le politiche non rimangano solo sulla carta. Le organizzazioni non governative possono svolgere un ruolo chiave nel raccogliere dati, sensibilizzare l’opinione pubblica e fungere da intermediari tra i cittadini e le istituzioni. È essenziale creare piattaforme di dialogo aperto e trasparente che permettano una collaborazione efficace e che diano voce a diverse prospettive.
Sono completamente d’accordo. Le piattaforme di dialogo devono essere accessibili e inclusive, garantendo che tutte le voci, soprattutto quelle delle comunità marginalizzate, siano ascoltate e rappresentate equamente. Inoltre, la tecnologia può svolgere un ruolo importante nel facilitare la comunicazione e il monitoraggio, ma è cruciale che venga utilizzata in modo responsabile per proteggere i dati personali e promuovere la fiducia tra i cittadini.