In una recente votazione tenutasi a Strasburgo, è emersa la frattura tra i partiti italiani riguardo al piano di riarmo dell’Unione Europea e al sostegno all’Ucraina. Fratelli d’Italia (FdI) ha mostrato coesione interna, votando a favore del piano della presidente von der Leyen, in linea con Forza Italia, mentre la Lega ha scelto di opporsi. Tuttavia, per la prima volta, FdI si è astenuta su una mozione che esprimeva sostegno incondizionato all’Ucraina, assumendo una posizione critica nei confronti degli Stati Uniti, contrariamente a Forza Italia.
La divergenza all’interno della maggioranza potrebbe rappresentare una sfida per l’imminente dibattito parlamentare, che definirà la posizione italiana nel prossimo Consiglio europeo. Una risoluzione di compromesso potrebbe essere necessaria per mantenere l’unità tra i partiti con opinioni diverse.
La partecipazione di Giorgia Meloni al summit proposto dal premier britannico Starmer è incerta. Palazzo Chigi ha chiarito che, se si discuterà di inviare truppe in Ucraina, l’Italia non sarà presente, mantenendo ferma la posizione di non coinvolgere le proprie forze armate, se non sotto mandato ONU per operazioni di peacekeeping. La decisione sulla partecipazione dipenderà dall’ordine del giorno del vertice.
Al Parlamento Europeo, FdI, guidata da Nicola Procaccini, ha cercato di rinviare il voto su una mozione che condannava Putin e criticava Trump per aver interrotto l’invio di armi a Kiev. La richiesta è stata respinta e FdI si è astenuta, sottolineando il riconoscimento delle ragioni ucraine, ma rifiutando la condanna dell’iniziativa americana. Questa posizione ha trovato un inaspettato terreno comune con la Lega.
La situazione sottolinea le complessità della politica estera italiana all’interno dell’UE, mettendo in evidenza la necessità di strategie diplomatiche coordinate per affrontare la crisi in Ucraina, garantendo al contempo un equilibrio interno tra gli alleati di governo.