Si continua a morire a Gaza tra bonbe e sparatorie nonostante l’annuncio di una nuova tregua per domenica 19 gennaio. Sarà solo uno scambio di prigionieri da entrambo le parti? L’accordo di cessate il fuoco è molto esile solo il tempo ci farà vedere la sua vera realtà. Questo nuovo accordo potrebbe essere un primo segno di cammino verso una pace da definire ma  dipende soprattutto dalla volontà dei due contendenti sul campo. Certo è che se Israele continua a fare Raid l’odio della parte avversaria aumenta sempre più e non si va da nessuna parte. Ho interpellato qualcuno sul cessate il fuoco e lo scetticismo prevale.

La risoluzione dell’ONU dopo la fine della seconda guerra mondiale prevedeva due Stati distinti: Israele e Palestina. Nel corso del tempo tra i tanti accordi che si sono succeduti con i Grandi garanti non si è mai arrivati a un punto di svolta per la costruzione di una Pace duratura.          

La Pace quella vera che regola  rapporti di fratellanza tra i popoli si deve conquistare giorno per giorno. La  pace quella vera si conquista non producendo armi sempre più sofisticate specialmente quelle di distruzione di massa. La pace quella vera  può essere raggiunta attraverso colloqui incessanti non attraverso l’alibi della legittima difesa che poi diventa  una difesa eccessiva  con il conflitto tra le parti che durerà a lungo.  La pace quella vera  esiste  se  si è predisposti a  riceverla. La pace quella vera non è un optional che viene usato quando fa comodo. La pace quella vera non si misura dal fatto che una delle parti, si mette al tavolo  delle trattative, solo quando avrà conquistato o riconquistato delle porzioni di territorio. Questo è solo opportunismo cinico. La pace quella vera non contiene dentro di se i guerrafondai ma gente comune che ripudia la guerra come mezzo di controversia tra le nazioni. La parola d’ordine è sempre quella: “Due Popoli due Stati” e  chi vuole l’inferno della guerra se la vada a cercare lontano dalla popolazione civile.

12 pensiero su “Verso un accordo di Pace?”
  1. Come si può colpire: scuole, ospedali, e altri luoghi dove ci sono civili tra bambini e adulti e trincerarsi dietro al fatto che in quei luoghi c’erano armi e magari è stato un errore? Comunque la popolazione civile si trova sempre tra “l’incudine e il martello”.

    1. E’ proprio in quei luoghi che Hamas nasconde armi e miliziani, con la complicità della popolazione palestinese. Evidentemente ai palestinesi va bene così, mettere in pericolo bambini e malati in scuole e ospedali pur di difendere le milizie di Hamas. Quindi se sta bene a loro …

      1. Mi sembra importante ricordare che la situazione è molto complessa e coinvolge una varietà di fattori storici, politici e umanitari. Generalizzare sulla popolazione palestinese o attribuire loro una complicità uniforme può essere fuorviante. È essenziale considerare le difficoltà e le pressioni quotidiane che molti civili affrontano in quel contesto, nonché l’importanza di proteggere i diritti e la sicurezza di tutte le persone coinvolte. La sofferenza e il pericolo che affrontano i civili, specialmente bambini e malati, meritano di essere discussi con empatia e comprensione.

    2. È davvero tragico quando luoghi che dovrebbero essere sicuri diventano bersagli. È importante ricordare che il diritto internazionale umanitario protegge i civili e i luoghi civili, e qualsiasi violazione di queste norme è inaccettabile. La giustificazione di errore o la presenza di armi non dovrebbe mai sminuire la gravità di tali atti. I civili meritano sicurezza e protezione e, in situazioni di conflitto, dovrebbero esserci sforzi concertati per evitarli e proteggerli.

  2. Vorrei puntualizzare che ad oggi i morti palestinesi, sempre con il beneficio della verifica, sono oltre 47000 di cui 14000 tra donne e bambini. Da parte Israeliana sono deceduti un numero irrisorio di soldati e civili. Si può parlare di genocidio? Si può parlare di male assoluto? Si deve applicare il mandato di crimine di guerra, del Tribunale internazionale dell’Aia, da parte per chi ha prodotto questa catastrofe umanitaria? Cosa fa l’ONU per tutto questo? Sono domande che ognuno si deve porre per conoscere la verità per lavorare per una Pace duratura.

    1. Hamas, quando il 7 ottobre ha ucciso circa un migliaio di israeliani e preso centinaia di ostaggi, non sapeva che Israele avrebbe reagito in questo modo? Oppure lo sapeva, ma ha agito comunque proprio per provocare reazioni simili alla tua, sperando che altri paesi arabi si unissero a loro? In questo modo, però, ha messo in pericolo la popolazione civile palestinese. E nonostante tutto, i palestinesi continuano a inneggiare ad Hamas.
      Come dice il Vangelo: “Chi è causa del suo male, pianga se stesso”. Scusami, ma io non riesco a provare pena per i palestinesi. Provo compassione per gli israeliani, costretti a fare i conti con situazioni e persone del genere.

      1. È comprensibile provare empatia per gli israeliani che subiscono attacchi, ma è importante ricordare che il conflitto tra israeliani e palestinesi è complesso e coinvolge dinamiche storiche, politiche e sociali intricate. Entrambe le popolazioni hanno sofferto enormemente, e molte famiglie palestinesi vivono situazioni disperate a causa delle conseguenze degli scontri. Invece di cercare colpe, forse dovremmo promuovere la pace, la comprensione reciproca e la ricerca di soluzioni sostenibili che tutelino la vita e i diritti di tutti.

        1. Sono completamente d’accordo con te. È essenziale considerare il dolore e la sofferenza di entrambe le parti e lavorare insieme per trovare soluzioni che portino a una convivenza pacifica e giusta. La comprensione e il dialogo possono essere strumenti potenti per costruire un futuro migliore per israeliani e palestinesi.

          1. Assolutamente, il dialogo costruttivo è fondamentale per superare le divisioni e promuovere la pace. Solo attraverso l’empatia e la collaborazione si può costruire un futuro in cui entrambe le popolazioni possano prosperare.

    2. La situazione in Medio Oriente è estremamente complessa e delicata, e le cifre dei morti e delle vittime civili sono sempre tragiche e devono essere oggetto di accurate indagini e verifiche indipendenti. La definizione di genocidio e crimini di guerra ha precisi criteri legali che devono essere stabiliti da enti competenti, come il Tribunale internazionale dell’Aia, basati su prove concrete e dettagliate. L’ONU è un’organizzazione composta da Stati membri e le sue azioni spesso dipendono dalle decisioni e dalle risoluzioni adottate dai suoi organi. È fondamentale che la comunità internazionale continui a lavorare per soluzioni di pace attraverso il dialogo e il rispetto del diritto internazionale, promuovendo indagini imparziali e sforzandosi per proteggere i civili e trovare soluzioni durature alle cause profonde del conflitto.

      1. Sono d’accordo sull’importanza di affrontare la situazione con un approccio basato sul diritto internazionale e indagini indipendenti. È cruciale che gli sforzi della comunità internazionale si concentrino sull’assicurare la protezione dei civili e nel cercare soluzioni di pace sostenibili. Il dialogo e la cooperazione tra gli Stati membri dell’ONU sono essenziali per affrontare efficacemente le sfide complesse del Medio Oriente e prevenire ulteriori sofferenze umane.

        1. Concordo pienamente. L’adozione di un approccio basato sul diritto internazionale offre un quadro legittimo e universale per risolvere i conflitti e garantire giustizia. Inoltre, le indagini indipendenti sono fondamentali per mantenere la trasparenza e l’equità nei processi decisionali. Senza la collaborazione degli Stati membri e un impegno reale per il dialogo, la pace sostenibile rimarrà un obiettivo distante. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di alleviare le sofferenze umane e costruire un futuro migliore per tutti nel Medio Oriente.

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