Si continua a morire a Gaza tra bonbe e sparatorie nonostante l’annuncio di una nuova tregua per domenica 19 gennaio. Sarà solo uno scambio di prigionieri da entrambo le parti? L’accordo di cessate il fuoco è molto esile solo il tempo ci farà vedere la sua vera realtà. Questo nuovo accordo potrebbe essere un primo segno di cammino verso una pace da definire ma  dipende soprattutto dalla volontà dei due contendenti sul campo. Certo è che se Israele continua a fare Raid l’odio della parte avversaria aumenta sempre più e non si va da nessuna parte. Ho interpellato qualcuno sul cessate il fuoco e lo scetticismo prevale.

La risoluzione dell’ONU dopo la fine della seconda guerra mondiale prevedeva due Stati distinti: Israele e Palestina. Nel corso del tempo tra i tanti accordi che si sono succeduti con i Grandi garanti non si è mai arrivati a un punto di svolta per la costruzione di una Pace duratura.          

La Pace quella vera che regola  rapporti di fratellanza tra i popoli si deve conquistare giorno per giorno. La  pace quella vera si conquista non producendo armi sempre più sofisticate specialmente quelle di distruzione di massa. La pace quella vera  può essere raggiunta attraverso colloqui incessanti non attraverso l’alibi della legittima difesa che poi diventa  una difesa eccessiva  con il conflitto tra le parti che durerà a lungo.  La pace quella vera  esiste  se  si è predisposti a  riceverla. La pace quella vera non è un optional che viene usato quando fa comodo. La pace quella vera non si misura dal fatto che una delle parti, si mette al tavolo  delle trattative, solo quando avrà conquistato o riconquistato delle porzioni di territorio. Questo è solo opportunismo cinico. La pace quella vera non contiene dentro di se i guerrafondai ma gente comune che ripudia la guerra come mezzo di controversia tra le nazioni. La parola d’ordine è sempre quella: “Due Popoli due Stati” e  chi vuole l’inferno della guerra se la vada a cercare lontano dalla popolazione civile.

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