Un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano svela una trama inquietante di spionaggio informatico che colpisce le più alte cariche dello Stato italiano e le banche dati riservate del Ministero dell’Interno. Al centro dell’indagine figura Equalize, un’agenzia investigativa di proprietà di Enrico Pazzali, sospettata di aver commissionato attacchi mirati ai sistemi informatici per ottenere informazioni riservate e delicate su politici e funzionari pubblici, nonché su persone protette in quanto testimoni di giustizia in processi di mafia.
La violazione dei dati di Mattarella e l’accesso a informazioni di alto valore
Tra le intercettazioni e i dati acquisiti, uno degli aspetti più inquietanti riguarda la possibile violazione di un indirizzo email collegato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dettaglio che alimenta i timori per la sicurezza delle massime cariche istituzionali. Gli investigatori ritengono che, tramite un intermediario noto come “Campo Volo”, gli hacker siano riusciti a creare un falso account di Mattarella e a utilizzarlo per scambiare informazioni. Un documento trascritto riporta Calamucci che afferma: “Abbiamo inviato la mail a venti persone… anche un account intestato a Mattarella, ma bisogna fare attenzione”.
Questa struttura permette a Equalize e al suo team di hacker di consultare dati provenienti da database sensibili, come quelli delle operazioni finanziarie sospette, dei registri ACI, fino ai movimenti tracciati dall’Autorità di vigilanza della Consob, un arsenale informativo che consente di monitorare addirittura i flussi azionari in tempo reale. Questo sistema offre a Equalize un vantaggio rispetto ad altre agenzie, spesso costrette a corrompere ufficiali per ottenere simili informazioni. La rete di accesso ai sistemi del Viminale, infatti, gode di una manutenzione continuativa, con Calamucci che si vanta di avere un “vantaggio di quattro anni e mezzo” rispetto a qualunque altro concorrente, grazie alla possibilità di accedere in modo diretto e costante alle informazioni più riservate.
Attacco Hacker contro i vertici istituzionali e i testimoni di giustizia
Nel mirino dell’organizzazione vi sarebbero non solo le alte cariche istituzionali, come il presidente del Senato Ignazio La Russa e altri membri della sua famiglia, ma anche le banche dati contenenti informazioni sui testimoni di giustizia che collaborano nei processi contro la criminalità organizzata. Secondo l’indagine coordinata dal pm Francesco De Tommasi, il gruppo di Equalize avrebbe usato tecnologie avanzate per violare le misure di sicurezza più sofisticate, accedendo a informazioni riservate e alle identità di individui che vivono sotto protezione statale.
L’attacco non sarebbe stato casuale ma strategico, puntato a ottenere dati da poter rivendere, a minare la sicurezza di chi collabora con la giustizia e a esercitare pressioni o creare dossier su figure di spicco, tutto all’insegna di un presunto interesse economico e di un disegno più ampio di destabilizzazione.
Il coinvolgimento dell’agenzia Equalize e il ruolo dei collaboratori
Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano e socio di maggioranza di Equalize, avrebbe dato disposizioni precise ai suoi collaboratori per procedere con la raccolta di informazioni sensibili sui vertici istituzionali e persino sui familiari delle figure pubbliche. Le intercettazioni riportano uno scambio con Nunzio Calamucci, collaboratore dell’agenzia e mente tecnica dietro i progetti di spionaggio. Calamucci e il tecnico informatico Samuele Abbadessa, entrambi indagati, avrebbero lavorato alla piattaforma “Beyond”, sviluppata proprio per l’accesso e la gestione di informazioni ottenute illecitamente.
Banche dati segrete e il pericolo di rivelazione di identità protette
Il rischio più preoccupante sollevato dall’inchiesta è la possibilità che i dati dei testimoni di giustizia possano essere stati compromessi. Queste informazioni, custodite nei database protetti del Ministero dell’Interno e accessibili solo a personale autorizzato, potrebbero essere state oggetto di manipolazione e diffusione. L’infiltrazione della criminalità organizzata nei meccanismi di sicurezza riservati rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale e per l’integrità stessa dello Stato.
A conferma di questa ipotesi, gli indagati di Equalize avrebbero affermato in diverse intercettazioni di poter vantare relazioni di alto livello, tra cui legami con elementi deviati dei servizi segreti e contatti nella criminalità mafiosa, sottolineando che queste relazioni avrebbero consentito loro di ottenere dati sensibili in modo discreto e mirato.
La risposta delle autorità e le misure di sicurezza
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha immediatamente ordinato un rafforzamento delle misure di sicurezza sui sistemi informatici e la revisione dell’accesso alle banche dati riservate. Il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha coordinato l’avvio di una commissione di esperti incaricata di analizzare i rischi di accessi non autorizzati e di adottare misure di protezione aggiuntive.
La rivelazione di questo complotto informatico ha portato a un’ondata di indignazione tra le istituzioni. Ignazio La Russa, colpito dall’attacco insieme ai suoi familiari, ha espresso profondo sconcerto per l’accaduto, lamentando la violazione della privacy e il fatto che la sua famiglia sia stata presa di mira. In una dichiarazione pubblica, ha chiesto chiarezza su chi abbia commissionato l’attacco, sottolineando l’urgenza di proteggere sia le istituzioni sia coloro che, come i testimoni di giustizia, contribuiscono a combattere il crimine organizzato a rischio della propria vita.
Sviluppi futuri dell’inchiesta e la minaccia alla sicurezza nazionale
L’inchiesta in corso, guidata dalla Dda di Milano, potrebbe avere conseguenze significative sul modo in cui la sicurezza dei dati viene gestita in Italia. Le autorità si stanno impegnando a verificare se altre figure pubbliche e istituzioni siano state colpite e se vi siano falle strutturali nei sistemi di sicurezza governativi. Questo caso sta aprendo un dibattito su come proteggere in maniera efficace le informazioni sensibili e su quali misure adottare per impedire che hackeraggio e spionaggio informatico possano rappresentare una minaccia alla stabilità del Paese.
Le prossime fasi dell’inchiesta mirano a identificare tutte le persone coinvolte e a risalire alla filiera dell’informazione illecita, così da impedire che un simile attacco possa ripetersi in futuro.
Ma con tutti i soldi che investono in sicurezza, com’è che queste cose succedono ancora? Basta poco a mettere in pericolo tutta la nazione, davvero devastante. Speriamo che le autorità riescano a mettere una pezza in tutto sto casino prima che sia troppo tardi.
Certe cose sembrano uscite da un film di spionaggio. Possibile che ci siano persone pronte a tutto per il potere e i soldi? Mi spaventa pensare a quali livelli siano arrivati pur di ottenere informazioni segrete.
Mamma mia, che paura! Pensare che qualcuno può avere accesso alle email del Presidente della Repubblica mi fa venire i brividi. Ma dove stiamo andando a finire?