Emergono nuovi dettagli sulle attività sospette del gruppo Equalize, finito al centro di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano. Secondo le ultime indiscrezioni, l’organizzazione avrebbe ricevuto incarichi di spionaggio da parte di enti ecclesiastici, un dato che ha acceso ulteriori sospetti tra gli inquirenti. Parallelamente, la Procura di Roma sta conducendo indagini su presunti accessi abusivi a sistemi informatici, realizzati da ex appartenenti alle forze di polizia coinvolti nelle operazioni di raccolta di dati sensibili.

Mandato con presunti legami ecclesiastici

Le autorità hanno intercettato una conversazione chiave risalente al dicembre 2022, in cui membri del gruppo discutono delle loro attività di spionaggio su argomenti legati alla Russia e agli attacchi hacker in Italia. Il gruppo, già sotto inchiesta da parte della Dda di Milano, ha menzionato in questa conversazione un mandato che, secondo loro, proverrebbe direttamente dalla Chiesa. Tale affermazione, riportata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese in un’informativa dettagliata, suggerisce un coinvolgimento di enti ecclesiastici come presunti patrocinatori delle attività di intelligence del gruppo.

L’informativa sottolinea la possibilità che il gruppo di Equalize possa aver beneficiato economicamente di tali attività, spingendo ulteriormente gli inquirenti a indagare sulle finalità reali e sui beneficiari ultimi di queste operazioni. L’accostamento di un incarico di questo tipo a istituzioni ecclesiastiche aggiunge una dimensione complessa all’indagine, che potrebbe richiedere un approfondimento sul rapporto tra Equalize e figure istituzionali.

Focus sulla “Squadra Fiore”

Un altro elemento di rilievo riguarda la cosiddetta “Squadra Fiore”, un nucleo operativo composto anche da ex membri delle forze di polizia, che avrebbe condotto attività di spionaggio e raccolta illecita di informazioni. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo parallelo a quello milanese, anche se finora senza indagati ufficiali, concentrandosi su ipotesi di violazione della privacy e accessi abusivi a sistemi informatici.

Le indagini finora hanno identificato almeno cinque individui legati alla “Squadra Fiore”, operanti da un appartamento situato nella periferia nord-est di Roma. Questo gruppo avrebbe agito accedendo illegalmente a sistemi informatici e dispositivi mobili, raccogliendo dati privati per scopi non ancora chiariti. La presenza di ex agenti tra le fila della squadra aggiunge ulteriori interrogativi sul metodo e sui collegamenti possibili con reti di committenti, anche esteri.

Ipotesi di committenti esteri e coinvolgimento internazionale

Uno degli scenari esplorati dagli inquirenti è l’esistenza di una rete di committenti esteri interessati ai dati raccolti da Equalize e dalla “Squadra Fiore”. L’ipotesi di un mercato internazionale per la duplicazione di smartphone e dispositivi personali solleva preoccupazioni sulla destinazione e sull’utilizzo finale di queste informazioni. Gli inquirenti sospettano che il gruppo avesse accesso diretto ai telefoni e agli account digitali delle persone target, alcuni dei quali di alto profilo, mettendo in atto vere e proprie operazioni di hackeraggio e duplicazione di dati sensibili.

Violenze sui sistemi informatici e i soggetti spiati

L’indagine rivela che gli hacker avrebbero avuto accesso a una vasta gamma di informazioni personali e dati sensibili, violando dispositivi e database di personaggi pubblici e dirigenti di spicco. Tra i profili presi di mira, infatti, figurano Letizia Moratti, Giovanni Gorno Tempini (presidente di Cassa Depositi e Prestiti), e il musicista Alex Britti. I dati trafugati includevano anche informazioni su movimenti, spostamenti e comunicazioni private, mettendo in luce l’estensione dell’intrusione e l’ampiezza delle risorse impiegate.

L’inchiesta si estende fino a coinvolgere la banca dati del ministero dell’Interno, una delle fonti di dati sensibili utilizzati dal gruppo, che avrebbe effettuato oltre 52mila accessi non autorizzati per ottenere informazioni riservate. La profondità e la vastità delle violazioni suggeriscono l’esistenza di una rete ben strutturata, con competenze specifiche nell’ambito della sicurezza informatica.

Conclusioni e prossimi sviluppi

Il quadro che emerge dalle indagini su Equalize e sulla “Squadra Fiore” dipinge una realtà inquietante di spionaggio e violazione della privacy su larga scala, sostenuta, secondo le intercettazioni, anche da organizzazioni ecclesiastiche. Sebbene la complessità delle indagini imponga riservatezza, le accuse di accesso abusivo, dossieraggio illegale e legami con figure istituzionali aggiungono pressione agli inquirenti di Milano e Roma, decisi a far luce su una rete intricata e potenzialmente pericolosa per la sicurezza pubblica.

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