Numerosi manifestanti si sono radunati nelle strade di Milano, percorrendo via Galvani, piazzale Lagosta, via Farini e viale Elvezia. Il corteo ha visto l’adesione di organizzazioni politiche e sindacati di base, suscitando l’interesse dei media e della comunità.
Negli scontri, diverse vetrine sono state danneggiate e imbrattate con scritte come “Free Gaza”, “No riarmo” e “Unicredit complice del genocidio”. Una scritta particolarmente controversa, dipinta con una bomboletta rossa sulla fiancata di una banca in piazzale Lagosta, recitava “Spara a Giorgia”, chiaramente riferendosi al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Questo messaggio ha generato un’ondata di solidarietà politica nei confronti di Meloni e forti condanne.
Il gruppo di manifestanti responsabile degli atti vandalici pare composto da poche decine di individui, alcuni dei quali arrivati probabilmente da fuori città. Durante il corteo, questi individui, vestiti di nero e incappucciati, hanno preso di mira le vetrine di supermercati e banche. Le forze dell’ordine, presenti in gran numero, hanno deciso di intervenire, identificando alcuni partecipanti prima di evitare un possibile peggioramento della situazione. Tuttavia, nonostante gli sforzi della polizia, gli scontri tra manifestanti e agenti sono stati inevitabili.
In una zona vicina alla Chinatown milanese, le tensioni sono sfociate in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. I partecipanti hanno acceso fumogeni, forse nel tentativo di attuare ulteriori atti vandalici. La situazione si è aggravata con tafferugli e colpi, mentre la polizia tentava di mantenere l’ordine. Il corteo è stato fermato per oltre un’ora, e sette manifestanti sono stati portati in questura in attesa di possibili provvedimenti.
L’intervento delle forze dell’ordine è stato elogiato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per la rapidità ed efficacia nell’isolare i responsabili. Tuttavia, la situazione ha suscitato diverse reazioni nel mondo politico. Il vicepremier Matteo Salvini ha criticato aspramente i manifestanti, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ha definito gli atti come vergognosi. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato di “guerriglia urbana”, sottolineando che l’odio non deve trovare spazio.
Anche il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha condannato le azioni, sottolineando che non rappresentano il diritto democratico di manifestare. Ha espresso solidarietà a Meloni, definendo le scritte contro di lei come minacciose e irresponsabili.
La manifestazione, organizzata a sostegno della Palestina, iniziata alla stazione Centrale, ha attraversato Milano in un giorno affollato dai visitatori del Fuorisalone. Anche se il corteo aveva fino a un certo punto evitato gli scontri, durante il percorso le tensioni sono emerse, e alcune sedi commerciali sono state bersaglio di atti vandalici.