Il celebre cantante lirico Angelo Nardinocchi, riconosciuto a livello internazionale per il suo talento come basso-baritono, è deceduto a Roma il 20 marzo, all’età di 81 anni. Le esequie si sono svolte il 22 marzo nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Nardinocchi, ricordato principalmente per la sua maestria nell’interpretazione del «Rigoletto» di Verdi, ha calcato i palcoscenici dei più prestigiosi teatri italiani come presenza regolare. Il suo percorso formativo al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, sotto la guida esperta di Jolanda Magnoni, ha aperto la via a una carriera brillantemente caratterizzata da ruoli particolari, guidato da Sesto Bruscantini.

La sua fama di artista di carattere è stata alimentata da esibizioni in teatri rinomati come l’Arena di Verona, il Teatro dell’Opera di Roma e il Teatro San Carlo di Napoli. Ha lavorato accanto a noti direttori d’orchestra come Riccardo Muti e Nello Santi, e ha collaborato con registi del calibro di Franco Zeffirelli. In campo internazionale, la sua voce ha risuonato in paesi quali Giappone, Cina, Corea del Sud e Stati Uniti.

Nardinocchi ha debuttato al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel ruolo di Marcello in «Bohème» e successivamente nel «Rigoletto», che è divenuto il suo ruolo distintivo. Specializzato in ruoli di carattere, ha interpretato con maestria parti come Leporello nel «Don Giovanni» e il Sagrestano nella «Tosca». La sua partecipazione a opere del ‘700 di compositori come Pergolesi e Scarlatti è stata particolarmente apprezzata.

Acclamato dai colleghi e dal pubblico, Nardinocchi ha lasciato un’impronta importante sulla scena lirica. Diverse istituzioni, tra cui la Fondazione Arena di Verona e la Fondazione Festival Pucciniano, hanno espresso profondo cordoglio. Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, ha dichiarato il suo dolore per la perdita di una tale figura, la cui energia generosa incantava sia sul palco che nella vita. Nardinocchi sarà ricordato come un artista che ha donato anima e voce a molti ruoli, eternamente presente nel cuore degli spettatori e degli appassionati dell’opera.

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