Il sesto album di Bad Bunny, intitolato “Debí Tirar Más Fotos” (tradotto in italiano come “Avrei dovuto fare più foto”), ha attirato un vasto pubblico sin dalla sua uscita il 5 gennaio. Si è rapidamente posizionato in cima alla classifica Billboard 200, affermandosi come l’album più ascoltato su Spotify dall’inizio dell’anno. Attraverso 17 tracce cantate in spagnolo, il cantante portoricano racconta l’esperienza degli emigrati e affronta temi come la gentrificazione e il colonialismo, intrecciati con la cultura della sua terra natale, Porto Rico.

Bad Bunny, il cui vero nome è Benito Antonio Martínez Ocasio, è nato il 10 marzo 1994 a Vega Baja, vicino alla capitale San Juan. Fin dall’adolescenza, il suo sogno era dedicarsi alla musica. Iniziò a scrivere canzoni a 14 anni e dal 2013 a pubblicarle su Soundcloud. Il suo successo è cresciuto rapidamente dopo la firma con l’etichetta Hear this Music nel 2015 e il lancio del suo singolo di successo “Soy Peor”. La carriera di Bad Bunny è decollata ulteriormente con collaborazioni con artisti noti come Will Smith, Marc Anthony e Jennifer Lopez. Il suo terzo album, “El último tour del mundo”, gli ha valso premi prestigiosi come un Grammy Award e un Latin Grammy.

Nel suo ultimo lavoro, Bad Bunny esplora la nostagia di chi è costretto a lasciare la propria patria, un tema centrale nel singolo “Dtmf”, che regala il titolo all’album. Il testo riflette su ciò che si perde lasciando casa: “Avrei dovuto fare più foto quando ti avevo / Avrei dovuto darti più baci e abbracci quando potevo”. Nonostante lasci Porto Rico, il legame dell’artista con le proprie origini rimane forte, come dimostrano le sue scelte musicali e collaborazioni con artisti portoricani, favorendo una fusione di stili tradizionali e moderni come plena, salsa e reggaeton.

Inoltre, Bad Bunny ha scelto una data di uscita speciale per sottolineare il suo attaccamento culturale: il 5 gennaio, vigilia del giorno dei Re Magi, una data significativa per le famiglie portoricane. La disposizione delle tracce nell’album è stata pensata per unire diverse generazioni attraverso la musica, combinando brani che evocano tradizioni con suoni contemporanei, risvegliando un amore per il paese d’origine.

Critici come Sigal Ratner-Arias su Billboard e Thania Garcia su Variety hanno elogiato l’album per la sua profondità emotiva e la capacità di fondere strumenti tradizionali con ambiziosi arrangiamenti musicali. I temi trattati nell’album risuonano con molti, tanto da generare un’ondata di commozione sui social. Con l’hashtag #Dtmf che imperversa su TikTok, la canzone è diventata colonna sonora di innumerevoli video che testimoniano il potere evocativo e l’universalità delle emozioni che l’album di Bad Bunny riesce a rappresentare, parlando al cuore di generazioni diverse.

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