Gli attori e i personaggi nei film possono essere paragonati a testimoni del passare del tempo, compagni che evolvono insieme a noi. Tra questi, Bridget Jones emerge come una delle figure più affascinanti e dolci, grazie alla straordinaria interpretazione di Renée Zellweger che, da circa venticinque anni, la incarna con una tale intensità da renderla quasi indistinguibile dalla realtà. Questa identificazione profonda è rara nella commedia, però non è l’unico elemento che rende questo personaggio così amato.
Bridget Jones si presenta in una nuova avventura, circa due decenni dopo il debutto con “Il diario di Bridget Jones”, una storia basata sull’omonimo romanzo di Helen Fielding che ha definito un genere. In questo nuovo capitolo, Bridget è ora una madre e una vedova, alle prese con una nuova fase della vita in cui la ricerca dell’affetto e la gestione delle sue goffaggini si arricchiscono di ulteriori sfumature di complessità e autenticità. Nonostante le sfide, la sua capacità di scegliere e di agire per il meglio emerge in modo evidente.
Nel film del 2001, Bridget era una trentenne in crisi, in attesa dell’amore ideale e desiderosa di stabilire un legame col mondo attraverso la scrittura di un romanzo-terapia. A distanza di anni, la sua vita è cambiata: ora ha due bambini e, nonostante il tempo passato, fatica ancora a superare la perdita del marito Mark Darcy, un uomo carismatico interpretato da Colin Firth, vittima di un tragico incidente. Bridget ha ripreso il suo lavoro come produttrice televisiva e la sua esistenza fluttua tra momenti altalenanti, simile a uno spettacolo.
Tra ricordi, fragilità e sensi di colpa, la vita di Bridget è arricchita da diverse relazioni significative, come quella con il professor Scott Wallaker, che ha l’aspetto di una figura paterna autoritaria e affettuosa, e il suo ex, Daniel Cleaver, un eterno dongiovanni che rimane nella sua vita come un amico fidato. Tuttavia, l’incontro con Roxter, un giovane guardaparchi di venti anni più giovane, risveglia in Bridget sensazioni di giovinezza e desiderio, inducendola a interrogarsi se possa essere lui l’uomo giusto.
Le vicende di Bridget Jones continuano a svilupparsi sotto la direzione sensibile di Michael Morris, che con grazia e delicatezza non tradisce la natura della saga. La maturazione del personaggio di Bridget è tratteggiata con un approfondimento psicologico che ne esalta la crescita e la capacità di affrontare la vita con un coraggio goffo ma sincero. L’interpretazione di Renée Zellweger dà vita a un ritratto femminile complesso e attuale, capace di mescolare carica emotiva e ironia, in un film ricco di incredibili partecipazioni speciali, come quella di Emma Thompson nel ruolo della ginecologa.
La saga di Bridget Jones, con le sue cinque puntate, mantiene intatta l’attrattiva che da sempre conquista il pubblico, complice anche il tocco professionale del cast e la nostalgia che accompagna l’evoluzione di un’eroina imperfetta ma indubbiamente vera.