Nel gennaio del 2000, un uomo dai capelli biondi e occhi azzurri passeggiava sorridente tra le strade di Spoleto. Indossava un basco e uno zaino appariscente sulla schiena, mostrando il fascino che avrebbe catturato il pubblico. Questo era il debutto di Don Matteo, un personaggio diventato simbolo della cultura televisiva italiana. Per 25 anni, la serie prodotta da Lux Vide e trasmessa su Rai1 ha conquistato il pubblico, grazie anche alla comprovata presenza di Terence Hill, protagonista per 13 delle 14 stagioni.
Con l’uscita di scena di Hill, il testimone è passato a Raoul Bova, che ha assunto il ruolo di don Massimo. Le preoccupazioni iniziali riguardo al potenziale calo di ascolti si sono rivelate infondate, dimostrando che Don Matteo è ancora un fenomeno, con una media di 6,7 milioni di spettatori e un 27% di share.
Terence Hill ha sempre cercato di infondere dinamismo nel suo personaggio, preferendo la bicicletta al cavallo per mantenere un’impronta atletica. Anche dopo l’abbandono della serie, Hill ha mantenuto il legame con i valori espressi, senza però sentirne la mancanza, riconoscendo la validità del lavoro di Bova nel dare vita a don Massimo.
Bova ha accolto l’eredità con la consapevolezza della difficoltà del compito, ma con l’appoggio lo stesso Hill che lo ha incoraggiato a sviluppare il nuovo personaggio senza cancellare il passato di Don Matteo. Bova nutre la speranza di vedere un ritorno di Hill, anche per brevi apparizioni, contribuendo alla crescita del suo don Massimo, un uomo bisognoso di guida e insegnamenti.
L’attuale era di incertezza sociale aumenta il desiderio di figure rassicuranti, come quella di Don Matteo, che incarna valori di sincerità e bontà. Bova condivide un rapporto autentico con la fede, concentrato sull’aiutare il prossimo e mettere in discussione il proprio credo per evolvere continuamente.
Lux Vide e il suo amministratore delegato, Luca Bernabei, riconoscono l’impatto significativo di Hill sulla serie. Inizialmente, era stato considerato anche Lino Banfi per il ruolo e la presenza di Hill è stata vista come un colpo di fortuna. Hill non ha mai richiesto controfigure per le scene d’azione, compiendo tutte le acrobazie di persona, diventando un simbolo anche per il dietro le quinte.
La serie, rilevante e longeva, continua a evolversi, forte di una sceneggiatura solida che intreccia giustizia e misericordia, unendo il castigo alla redenzione. La sua continuità di successo è testimoniata dagli alti indici di ascolto ancora oggi, riflettendo l’apprezzamento del pubblico per questi due decenni e mezzo di storie avvincenti. Per Rai Fiction, rappresentata da Maria Pia Ammirati, Don Matteo rimane una colonna portante della narrazione televisiva, capace di promuovere ideali di accoglienza, solidarietà, comprensione e perdono. Le cifre di share attestano la sua posizione indiscutibile nel cuore della televisione italiana.