Il Teatro degli Orrori si prepara a tornare sulle scene con un tour nei club, caratterizzato da nove date, che avrà inizio il 20 febbraio presso il Vox Club di Nonantola, in provincia di Modena, e si concluderà il 18 marzo all’Alcatraz di Milano. Dopo un decennio di inattività discografica, la band rock italiana, rinomata per il suo impegno politico e la sua vena poetica fin dal debutto nel 2005, si riunisce per una serie di concerti carichi di energia e significato.
Pierpaolo Capovilla, voce del gruppo, sottolinea come ci sia una forte richiesta di un rock genuino e ricco di contenuti, in opposizione alla musica mainstream, spesso percepita come vuota e priva di significato. L’indifferenza e la noia che caratterizzano l’epoca attuale spingono molte persone in Italia a cercare un’espressione musicale che affronti temi veri e importanti. In questo contesto, Capovilla esprime profonda indignazione per il conflitto in Medio Oriente, sostenendo che quanto accade in Palestina viola i principi fondamentali della democrazia.
La musica italiana contemporanea non suscita grande interesse in Capovilla, che la descrive come carente di autenticità, ad eccezione di alcune realtà sotterranee che lottano per sopravvivere in un panorama musicale dominato dalle regole del mercato. La sua critica si rivolge in particolar modo alla trap, considerata una tendenza dannosa e rappresentativa di scelte discografiche volte a indirizzare le masse. Per Capovilla, le canzoni dovrebbero sempre sfidare il potere e non limitarsi a descrivere il mondo in maniera passiva.
Giulio Ragno Favero, bassista della band, è un po’ più ottimista sulle possibilità di cambiamento nel panorama musicale. Sebbene riconosca che molti brani attuali manchino di originalità, ritiene che ci sia spazio per un ritorno a una musica più profonda e significativa, paragonabile all’impatto che gruppi come i Nirvana hanno avuto in passato. Non esclude, inoltre, che le innovazioni artistiche possano derivare dall’uso dell’intelligenza artificiale.
Per quanto riguarda il futuro del Teatro degli Orrori, sia Capovilla che Favero sono cauti ma aperti a nuove possibilità. Nonostante le tensioni passate che avevano portato alla rottura, c’è la volontà di mettere da parte le divergenze e di vedere cosa il futuro ha in serbo per loro. Il gruppo, che ha sempre avuto un carattere dirompente e provocatorio, potrebbe riservare sorprese anche in altre forme di espressione artistica.
Infine, l’idea di creare nuova musica non viene esclusa, pur sottolineando che deve esserci qualcosa di significativo da dire. In un panorama saturo di parole e opinioni, per Capovilla e Favero è essenziale che il contributo del Teatro degli Orrori continui a distinguersi per autenticità e profondità.