Il giuramento ufficiale, pronunciato al Campidoglio di Washington D.C., ha segnato l’inizio del mandato di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Questo evento, ricco di significato storico e simbolico, è stato preceduto e seguito da una sequenza di celebrazioni che si sono svolte nel corso di quattro giorni, a partire dal 18 gennaio. La capitale è stata teatro di fuochi d’artificio, comizi, cene di gala e balli, il tutto organizzato sotto severe misure di sicurezza.
Steve Witkoff e Kelly Loeffler, co-presidenti del comitato inaugurale, hanno affermato attraverso un comunicato che il presidente Trump si impegna a unire il Paese attraverso la forza, la sicurezza e le opportunità offerte dall’agenda America First. Le celebrazioni del 2025 rappresentano un simbolo del ritorno storico di Trump alla Casa Bianca, riflettendo la scelta decisiva degli elettori americani per riportare il Paese alla grandezza.
Uno dei momenti più attesi della cerimonia è stata l’esibizione di Carrie Underwood, celebre star della musica country e vincitrice di tre Grammy Awards. Notoriamente vincitrice di American Idol nel 2005, Underwood ha eseguito “America the Beautiful” davanti al Campidoglio, poco prima del giuramento di Trump il 20 gennaio. La cantante si è detta onorata di partecipare a questo evento, sottolineando l’importanza di unire il Paese in uno spirito di unità e guardare al futuro con speranza.
Presenti a Capitol Hill anche due dei musicisti prediletti di Trump: il cantante country Lee Greenwood e il tenore Christopher Macchio. Greenwood, noto per aver cantato già nel 2017 alla prima cerimonia di insediamento del tycoon, ha partecipato anche al Make America Great Again Victory Rally, insieme a Kid Rock, Billy Ray Cyrus e i Village People. Proprio la band newyorkese è diventata famosa nei contesti politici per la loro hit “Y.M.C.A.”, che è stata frequentemente utilizzata durante gli eventi e i comizi elettorali di Trump. Victor Willis, l’ultimo membro fondatore vivente dei Village People, ha sottolineato l’importanza della musica come strumento per unire il Paese, a prescindere dalle differenze politiche.
Le celebrazioni, pur svolgendosi in un contesto di forti divisioni politiche, mirano a promuovere un messaggio di coesione e speranza per il futuro, integrando la musica come elemento unificante per superare il clima di tensione precedente l’insediamento.