La nuova edizione di “Io Canto Senior” su Canale 5, dedicata alle voci ‘Over’, non porta certo una ventata di freschezza nel panorama televisivo. Il format, presentato da Gerry Scotti, si presenta come una palese imitazione di “The Voice Senior”, il programma di successo targato Rai 1 e condotto da Antonella Clerici. Nonostante le ovvie differenze di regolamento – assenza di squadre, sedie che non si girano e partecipanti a partire dai 45 anni – la sensazione di un déjà vu televisivo è palpabile. Scotti, che ottiene ascolti significativi con “La Ruota della Fortuna”, sembra essere incastrato in un progetto che, nonostante i talentuosi concorrenti, appare obsoleto e datato. Sembra quasi un compito scolastico eseguito copiando dal vicino di banco, sperando che qualche piccola modifica passi inosservata.

La giuria di “Io Canto Senior”, in particolare, lascia a desiderare in termini di energia e vitalità. L’assenza di Al Bano si sente, tanto che Claudio Amendola e Fabio Piccolrovazzi appaiono piuttosto spenti già alla prima puntata, quasi come se stessero scontando una scommessa persa. Di contro, i battibecchi tra Orietta Berti e Iva Zanicchi rubano la scena. Le due si punzecchiano in stile “nemiche amatissime”, regalando qualche risata e un po’ di brio allo show. Certo, non salva l’intero programma dall’essere soporifero, ma è una nota positiva in un contesto altrimenti fiacco.

Un altro punto critico è rappresentato dagli interventi fuori luogo di Fabio Piccolrovazzi. Il tentativo di Gerry Scotti di iniettare verve al giurato, coinvolgendolo in una finta “tresca” con una concorrente di 78 anni, non sembra ottenere l’effetto desiderato, con risultati che non superano la soglia del fastidioso. Allo stesso modo, i commenti di Claudio Amendola, come quello sulla “foto da lapide” di un concorrente anziano, si dimostrano poco eleganti e di cattivo gusto.

In conclusione, “Io Canto Senior” si scontra duramente con il precedente successo di “The Voice Senior” senza riuscire a trovare una vera identità o qualcosa che lo faccia brillare nel palinsesto televisivo. Tra battute infelici e dinamiche già viste, il programma ha certamente delle potenzialità, ma deve necessariamente trovarle per non restare soltanto un’ombra del suo competitor.

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