Nella recente edizione degli Oscar, segnata da sorprese e imprevedibilità, una categoria in cui sembra ci sia unanimità di consenso è quella per il miglior attore non protagonista. Kieran Culkin emerge come il principale contendente grazie alla sua interpretazione in “A Real Pain”, diretto da Jesse Eisenberg. Quest’opera rappresenta uno dei rari momenti in cui Hollywood riaccoglie un attore in una fase di rinnovata fioritura artistica.

Kieran Culkin, noto al grande pubblico principalmente per il ruolo in “Succession”, ha costruito la sua carriera all’ombra del successo precoce di suo fratello Macaulay, celebre per “Mamma ho perso l’aereo”. La sua infanzia a Yorkville, un quartiere di Manhattan, si è svolta in una dimensione familiare piuttosto singolare. Cresciuto in una casa dall’equilibrio precario con altri sei fratelli, tra macchinine che scorrevano sul pavimento della cucina e il temperamento attoriale del padre.

I primi passi nel mondo della recitazione sono avvenuti quasi per caso, grazie ai contatti dei suoi genitori con un teatro di New York che spesso necessitava di piccoli attori. Tuttavia, il successo travolgente del fratello maggiore ha instillato in Kieran un certo scetticismo verso la fama. L’esperienza del fratello è stata un vivido monito dei rischi e dell’effimero legati al successo nel mondo dello spettacolo.

Nonostante diversi riconoscimenti, come il premio per miglior attore emergente ai Critics Choice Awards del 2003, Culkin ha preferito mantenere un profilo basso, dedicandosi al palcoscenico teatrale piuttosto che ai riflettori del cinema. Tuttavia, il ruolo di Roman Roy in “Succession” ha segnato un punto di svolta nella sua carriera, riportandolo sotto i riflettori e guadagnando riconoscimenti in molteplici occasioni, come gli Emmy e i Golden Globes.

L’incontro con Jesse Eisenberg, grazie all’intervento della sorella del regista, ha aperto a Culkin le porte di “A Real Pain”. Il film, che affronta una storia di famiglia e memoria, vede due cugini intraprendere un viaggio in Polonia nei luoghi d’infanzia della loro nonna. Culkin interpreta Benji, un personaggio eccentrico e sopra le righe, che, grazie anche alla capacità interpretativa dell’attore, si rivela il cuore pulsante della storia.

Girato anche in luoghi di forte impatto storico, come la scena girata nell’ex campo di concentramento di Majdanek, il film rappresenta una narrazione intrecciata di storia personale e collettiva. La collaborazione tra Culkin ed Eisenberg, descritta come armoniosa e produttiva, ha dato vita a una pellicola che non solo esplora temi profondi e complessi, ma che ha anche trionfato in vari festival e cerimonie.

Con gli Oscar ormai alle porte, il percorso di Kieran Culkin nel mondo del cinema sembra aver finalmente raggiunto un nuovo apice, dimostrando che a volte il successo fiorisce lontano dai riflettori più accecanti, in un equilibrio tra talento, scelta e casualità.

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