Lauro si appresta a fare il suo ritorno sul palco del Festival di Sanremo per la quarta volta, ma questa edizione sembra aver scelto di affrontarla con un’inedita strategia musicale. Il duetto tra lui e una figura femminile pare rappresentare una fuga dalla routine quotidiana. Preferiscono passare le notti in una Peugeot piuttosto che replicare la vita dei genitori. Il brano presenta una ballad che trae ispirazione da “Five O’ Clock” degli Aphrodite’s Child, arricchita da un sassofono in stile anni ’80 che accompagna il finale.
L’edizione 2025 di Sanremo introduce regolamenti che tengono conto della transizione musicale dalla trap al pop cantautorale, complice l’influenza delle radici della scuola genovese. Una chitarra acustica folk viene aggiornata dall’autotune, creando un ponte tra due mondi sonori. Il titolo più originale potrebbe andare a Bresh, che descrive la propria testa come la “tana”, il cuore creativo pulsante.
Diverse narrazioni emergono dalle canzoni in gara. Brunori esplora la paternità, le gioie e le ansie correlate, in una melodia che richiama De Gregori, ma con la produzione sognante di Sinigallia. Altri artisti si avventurano su percorsi inediti: vocalizzazioni che decorano melodie classiche, casse ovattate, ritornelli latini. Tuttavia, si rischia di perdere originalità imitando ciò che già esiste.
Alcuni optano per suoni radiofonici: una cassa dritta che giunge fino alle baby dance estive, mentre altri attingono da elementi vintage, mixando stili diversi come techno e orchestrali. L’interpretazione di Elodie potrebbe fungere da collante per queste sonorità miste.
Fedez si confronta con la depressione su un beat oscuro, mentre l’ansia da palco impallidisce di fronte alle sue attuali battaglie personali. Altre voci portano eleganza e testi con immagini fresche, come l’edera finta che simboleggia sospetti o le lotte al supermercato che fanno star male.
Il festival offre una ballad che mette in risalto la potenza interpretativa di Giorgia, tra classiche melodie dal sapore di Lucio Dalla, mentre Irama si ritrova a Sanremo con un pezzo drammatico che deve trovare coerenza con le sue esibizioni extra-Ariston.
Atmosfere che richiamano il western spaghetti incontrano Mina in una sensuale melodia, mentre il glam rock si collega alla delicatezza di Ivan Graziani in una storia che valorizza l’essere se stessi. Un testo di Kekko scava nei ricordi di un amore passato, mentre Noemi manifesta l’intensità emotiva di un innamoramento.
La presenza di Tiziano Ferro si sente in una ballad solida interpretata da Ranieri, senza retorica. Altrove, ritmi latin uniscono tradizioni italiane e napoletane, mentre altri artisti continuano a ricercare un equilibrio tra melodia e beat scuro.
Esplorando il funk e le sfumature disco alla Raffaella Carrà, alcuni puntano in testa alle radio per il terzo anno consecutivo. Tony Effe si sposta dalla trap con una narrazione che invoca Califano, sebbene l’autotune e testi passati restino un’incognita.
Infine, il rapper unico nel portare una visione sociale e politica attuale: polizia, piazze e un’Italia dalla memoria fugace, critica verso l’alfabetismo di ritorno e il politicamente corretto. La canzone passa dal personale all’universale, raccontando un’Italia da non dimenticare.