L’adattamento cinematografico di “Le assaggiatrici”, tratto dal romanzo omonimo di Rosella Postorino, ha rappresentato una significativa apertura per il Bif&st di Bari. Questo film, diretto da Silvio Soldini e girato nel suggestivo scenario del Tirolo, offre una potente narrazione sulla colpa e sull’ineluttabile scivolare verso il peccato in assenza di un ideale. Soldini, con la sceneggiatura firmata da un talentuoso gruppo di autori tra cui Doriana Leondeff e Cristina Comencini, getta uno sguardo profondo sulla vita di un gruppo di giovani donne costrette a rischiare la vita ogni giorno come assaggiatrici dei pasti destinati a Hitler, nella speranza di scongiurare eventuali avvelenamenti.

Nell’ambientazione gelida e isolata di Pracz, un villaggio della Prussia Orientale vicino al rifugio segreto del Führer, la storia si snoda tra il 1943 e il 1944, un periodo critico durante il quale il potere nazista inizia a mostrare segni di declino. I protagonisti di questa storia includono Rose Bauer, interpretata da Elisa Schlott, una giovane segretaria alla ricerca di una via di fuga dalla Berlino devastata dalla guerra. Il desiderio di Rose di ricongiungersi con il marito Gregor, ora disperso sul fronte russo, diventa il centro emotivo del suo tormento.

Il film esplora le dinamiche complesse e sovente pericolose tra le assaggiatrici, delineando un ritratto pluriforme di solidarietà e tensioni. Alcune delle donne abbracciano con fervore patriottico il loro compito, mentre altre lo accettano sotto la minaccia delle armi, enfatizzando il tema di obbedire per sopravvivere. Un elemento intrigante della storia è la relazione che si sviluppa tra Rose e il tenente Albert Ziegler, incarnato da Max Riemelt. In un mondo dominato dall’odio, la loro storia d’amore si scontra con le inevitabili tragedie del conflitto.

Il racconto è arricchito dalla presenza di Elfride, una infermiera devota, con cui Rose instaura un rapporto di complice intesa. Le difficoltà delle protagoniste sono rappresentate con grande intensità, mentre il mondo intorno a loro inesorabilmente collassa. Soldini realizza un’opera di notevole impatto drammatico, sostenuto da un cast capace di donare autenticità e profondità ai personaggi.

Parallelamente, Valerio Mastandrea con il film “Nonostante”, continua a esplorare temi importanti come la morte e la memoria, dirigendo un’opera che intreccia poesia e realtà. Con uno stile narrativo unico, Mastandrea ritrae un limbo ultramondano dove le anime dei defunti attendono il loro destino, dando vita a un’esperienza di attesa e introspezione sulle soglie della vita e dell’aldilà.

Infine, “Sons” di Gustav Möller offre un racconto di profondità emotiva ambientato in un penitenziario tedesco. La sua attenzione si concentra principalmente sulla natura umana di fronte al dolore e al desiderio di vendetta, tracciando il delicato equilibrio tra giustizia e umanità che caratterizza le storie più intime e universali. Möller, attraverso una sceneggiatura ben calibrata, solleva interrogativi sul sistema giudiziario e sulla capacità dell’uomo di perdonare.

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