Il Festival di Sanremo ha visto molte esibizioni memorabili nel corso degli anni, ma poche hanno lasciato un’impressione duratura come quella di Ezio Bosso nel febbraio 2016. Invitato da Carlo Conti, Bosso, un musicista straordinario e versatile, ha incantato il pubblico sia con la sua performance al pianoforte che con le sue parole intrise di profonda umanità. Nonostante la sua condizione di salute compromessa da una malattia neurodegenerativa, è riuscito a trasformare la musica classica in un evento emozionante, in grado di coinvolgere e commuovere.
Ezio Bosso non è più con noi, essendo scomparso cinque anni fa, ma la sua eredità musicale continua a vivere, tornando a Sanremo attraverso le sue composizioni. La sua anima musicale è stata affidata a Francesco Libetta, rinomato pianista e direttore d’orchestra, incaricato dalla famiglia di Bosso – in particolare dal nipote Tommaso – di curare e portare avanti il suo immenso patrimonio artistico. Libetta ha il compito delicato di rivedere le partiture, pubblicare e registrare numerosi inediti del maestro torinese.
Recentemente, alcuni inediti di Bosso, di natura cameristica, sono stati inclusi nell’album “The Hidden Room”, pubblicato da Sony Classical e Buxus Records. Fra questi, spiccano la Sonata n.1 e il Trio n.2, eseguiti da un gruppo di interpreti d’eccezione: Aylen Pritchin e Grazia Raimondi al violino, Luigi Piovano al violoncello e Francesco Libetta al pianoforte. Un elemento particolare di questa sonata è la presenza di “Following a Bird”, presentata nella sua versione originale per pianoforte e violino, con l’aggiunta di tempi inediti.
Il Trio n.2, un viaggio spirituale ispirato ai Dervisci, è stato eseguito in passato una sola volta durante il festival “Jazz in Time” organizzato da Paolo Fresu. L’approccio di Libetta verso l’opera di Bosso è complesso, dato che la musica del compositore è stata concepita come un evento unico e variabile, a seconda del contesto. Le partiture di Bosso sono caratterizzate da una certa elasticità e lasciano spazio a molteplici interpretazioni, richiedendo agli esecutori di entrare nella mente creativa del compositore e di rivivere il suo itinerario musicale.
Ezio Bosso, noto per la sua comunicatività e coraggio artistico, è diventato una figura emblematica che ha saputo riavvicinare il grande pubblico alla musica classica. Anche se Libetta non ha mai avuto l’opportunità di incontrarlo personalmente, ha trovato ispirazione nella straordinaria capacità di Bosso di divulgare la musica in maniera accessibile, diventando un punto di riferimento come Angela o Barbero nel campo della storia. Non è sorprendente, quindi, che Sanremo non abbia dimenticato un artista di così grande impatto.