Chi altri se non Lucio Corsi è in grado di perturbare il meccanismo ben oliato dell’Eurovision? Secondo il regolamento, gli artisti devono esibirsi in modalità half playback: la voce è dal vivo, ma la base è preregistrata. Una vera prova di resistenza per uno come Corsi, un purista della musica suonata dal vivo e con strumenti autentici. Nonostante tutto, è determinato a portare con sé l’armonica, confidando con entusiasmo che tale strumento possa essere incluso nel microfono utilizzato per cantare.
Nella scena musicale italiana, Lucio Corsi, 31 anni, ha già portato una ventata di freschezza. Sul palco del Festival di Sanremo, ha presentato il suo mondo poetico con un stile unico e privo di vincoli imposti dalle case di moda, riuscendo ad assicurarsi il secondo posto con “Volevo essere un duro”, il brano principale del suo quarto album.
Durante la presentazione del suo nuovo lavoro, Corsi si presenta in modo semplice, con uno zainetto in spalla. Si avvicina al pianoforte per testare qualche accordo, cerca un microfono per la sua chitarra acustica e comincia a presentare frammenti dei suoi nuovi brani accompagnati dalle sue parole. Sebbene abbia raggiunto notevole successo, piazzandosi al sesto posto sulle piattaforme di streaming e tra i brani più trasmessi in radio, non ha alcun rimpianto riguardo alla sua immagine di duro mancato. Ha intorno a sé gli amici d’infanzia con cui ha iniziato a suonare e mantiene i piedi saldamente a terra.
La sua carriera è partita dalla scena indie fino a giungere alla ribalta del grande pubblico. «Sanremo è stata una scommessa rischiosa per me, ma sono felice di averla affrontata. Essere arrivato a questo punto a trent’anni, con una solida esperienza di concerti e dischi alle spalle, mi permette di rimanere concentrato su ciò che conta davvero». Riguardo le sue aspettative iniziali, confessa di aver temuto il peggio, ma la reazione positiva del pubblico gli ha confermato che sta percorrendo la strada giusta.
Le tracce del nuovo album narrano storie di personaggi che oscillano fra realtà e fantasia. Tra queste, “Tu sei il mattino”, che celebra una scoperta adolescenziale dell’amore fisico, e “Francis Delacroix”, un avventuriero fuori dal comune che si muove nel tempo: ispirato da un amico fotografo e forse anche da un antico amico immaginario condiviso con Tommaso Ottomano, chitarrista e co-produttore. Altri protagonisti includono il “bullo” Rocco e “Il re del rave”, una figura tanto sgangherata quanto romantica.
Corsi canta di persone reali, non più affidandosi a simbolismi astratti come in passato. A questo proposito, nella canzone “Altalena Boy”, il testo ha suscitato polemiche per una frase considerata potenzialmente offensiva. Tuttavia, il cantautore si difende sostenendo che le canzoni riflettono il linguaggio della gente comune, senza necessariamente prendere posizione.
All’orizzonte, un tour nei club completamente sold out, con inizio fissato per il 10 aprile, e la partecipazione ufficiale all’Eurovision, divenuta possibile dopo il ritiro del vincitore di Sanremo, Olly. Corsi è deciso ad affrontare la competizione con lo stesso spirito semplice e genuino che ha caratterizzato la sua esperienza sanremese, esibendo la stessa canzone senza effetti scenici esagerati.
Musicalmente, il nuovo album spazia dal blues all’acustico, dal glam a sofisticati arrangiamenti di fiati, caratterizzando un lavoro essenziale ma distintivo. Nonostante la semplicità, Corsi non ha rinunciato al suo stile narrativo fantastico, bilanciando l’immaginario onirico con una solida realtà. I momenti personali e le riflessioni interiori abbondano, conferendo al lavoro una prospettiva inedita che reinterpreta il passato alla luce del futuro.
21 marzo 2025