Ludovico Einaudi, pianista e compositore di fama internazionale, si conferma come il quarto artista italiano più ascoltato a livello mondiale su Spotify, preceduto dai Maneskin. Il segreto del suo successo risiede nella sua capacità di fondere la musica pop con la profondità e l’interiorità della musica classica, creando un linguaggio sonoro unico e immaginifico.
Il cognome Einaudi porta con sé un notevole peso storico e culturale; Ludovico infatti è nipote di Luigi Einaudi, ex presidente della Repubblica, e figlio di Giulio, fondatore dell’omonima casa editrice. Anche se i ricordi del nonno si dissolvono nel tempo, Einaudi conserva vividamente l’immagine della nonna Ida, una donna alta ed elegante, col sorriso negli occhi, in contrasto con l’austerità della famiglia langarola da cui proveniva.
Il padre di Ludovico, Giulio Einaudi, era una figura complessa, descritta come affascinante e severa. Amava punzecchiare gli altri, senza esclusione di artisti del calibro di Calvino e Pavese, ma la sua ironia non risparmiava neppure il figlio, nutrendo un certo scetticismo sulla carriera di Ludovico. Gli imponeva un’indipendenza economica sin dagli anni di studi, elargendogli uno stipendio da dipendente.
La passione per la musica ha origini familiari: la madre suonava il pianoforte in modo non professionale, trasmettendo al figlio un bagaglio musicale variegato, dai classici a formazioni come i Rolling Stones. Fu nel contesto familiare intimo che Ludovico sviluppò un legame profondo con la musica, colmando così l’assenza emotiva dei genitori, la cui separazione aveva privato la casa del calore di un tempo.
Il percorso musicale di Einaudi trova una tappa significativa nel suo incontro con Luciano Berio al Conservatorio di Milano. Berio, distinto per la sua apertura mentale, introdusse Einaudi nel complesso mondo dell’avanguardia musicale. Tuttavia, la divergenza nelle aspirazioni artistiche portò Ludovico a distaccarsi da quella strada, preferendo un’espressione musicale più accessibile e comunicativa.
Per quanto concerne la politica, Einaudi afferma di osservarla con distacco, mantenendo una posizione indipendente che gli permette di preservare la sua purezza artistica. Con riferimento a Giorgia Meloni, ne riconosce l’intelligenza e l’energia, pur evitando di schierarsi apertamente.
Il suo contributo alla musica si distingue per l’approccio ‘pittorico’: attraverso i titoli dei brani, invita il pubblico a completare i quadri musicali con la propria immaginazione e storia personale. Questo dialogo aperto con l’ascoltatore ha consentito a Einaudi di conquistare un pubblico diversificato, confermando il valore universale e trasversale delle sue composizioni.