C’è un tempo, nella televisione italiana, che appartiene ormai al passato. Un’epoca in cui i volti come quello di Marco Columbro riempivano i salotti degli italiani con programmi che sapevano intrattenere, divertire e, a loro modo, educare. Columbro, con il suo stile misurato e cordiale, è stato per anni un punto di riferimento del piccolo schermo, incarnando una professionalità che oggi sembra sempre più rara. Eppure, nonostante la sua lunga carriera, il conduttore è ormai lontano dai riflettori che lo hanno reso celebre, scegliendo una vita più ritirata e lasciando che siano altri i protagonisti della nuova televisione.

In una recente intervista, Columbro ha confessato il suo desiderio di tornare sul piccolo schermo, ma con un progetto ben diverso da quelli che gli sono stati offerti negli ultimi anni. Piuttosto che partecipare a reality show come il “Grande Fratello”, che gli è stato proposto quasi ogni anno, il conduttore sogna di portare alla ribalta argomenti più profondi, come l’ufologia, la ricerca spirituale e la medicina non tradizionale. Questi temi, secondo Columbro, meritano maggiore attenzione e una trattazione più seria, lontana dal sensazionalismo e dalla frivolezza dei format attuali.

Le sue parole hanno il sapore di un tempo perduto, di una televisione che offriva contenuti meno superficiali e più ricchi di significato. Columbro non nasconde una certa disillusione nei confronti dei programmi di oggi, fatti per lo più di reality e talk show. “Non mi servirebbe a niente partecipare al Grande Fratello, né dal punto di vista professionale né da quello umano,” ha spiegato con franchezza. A 50 anni dall’inizio della sua carriera, Columbro è ben consapevole del suo valore e non sente il bisogno di alimentare una popolarità che, per lui, non ha più senso inseguire.

Ma la nostalgia non si limita solo ai programmi. Columbro ricorda anche un altro modo di vivere la televisione e il mondo dello spettacolo, fatto di rapporti umani autentici e collaborazioni che hanno segnato un’epoca. Uno dei suoi ricordi più intensi riguarda Silvio Berlusconi, con cui Columbro aveva un rapporto di amicizia. Racconta di un episodio risalente agli anni ‘90, quando ebbe l’opportunità di organizzare un incontro tra Berlusconi e il Dalai Lama, nonostante le possibili ripercussioni diplomatiche con la Cina. Allora, Berlusconi accettò l’incontro senza esitazioni, dimostrando, secondo Columbro, un coraggio e una sensibilità non comuni nel panorama politico dell’epoca.

Un altro aneddoto vede Columbro alle prese con una singolare richiesta di Berlusconi. Vedendo il conduttore dimagrito, il leader di Forza Italia si interessò alla sua dieta a base di brodo di frutta e verdura. Tuttavia, non sapendo come spiegare questo nuovo regime alimentare alla moglie, Veronica Lario, Berlusconi chiese a Columbro di fingersi un medico indiano per convincerla. Tra il serio e il faceto, Columbro riuscì a persuadere Veronica della necessità del digiuno, inclusa l’astensione dall’attività sessuale, in una finta consulenza medica che ricorda i toni divertenti di un’altra televisione, fatta anche di ironia e leggerezza.

Oggi, Columbro si dedica alla gestione di un hotel nella meravigliosa Val d’Orcia, in Toscana, lontano dai riflettori ma sempre con lo stesso spirito curioso e aperto alla scoperta. La sua passione per la spiritualità e per tematiche non convenzionali, come l’ufologia e la medicina alternativa, dimostrano la sua costante ricerca di significato, anche al di fuori del contesto televisivo.

È chiaro che Columbro non ha mai smesso di cercare nuovi orizzonti, anche se questi non coincidono più con quelli della televisione tradizionale. La sua idea di un programma dedicato all’ufologia e alla spiritualità riflette il desiderio di portare in tv contenuti che abbiano un impatto diverso, che invitino il pubblico a riflettere su questioni più profonde, anziché limitarsi al mero intrattenimento.

Con il passare del tempo, l’industria televisiva si è trasformata radicalmente, e il tipo di televisione che Columbro rappresentava, fatta di rispetto per il pubblico e di una narrazione meno urlata, è andata in parte perduta. Eppure, nonostante le inevitabili trasformazioni, il conduttore rimane fermo nelle sue convinzioni. Non ha bisogno di inseguire la popolarità facile e superficiale dei reality show, né di adattarsi a un modello televisivo che non gli appartiene. Columbro resta un esempio di come la televisione possa essere un veicolo di cultura e approfondimento, seppur con leggerezza.

In un’epoca in cui tutto sembra accelerare, il suo messaggio è un invito a rallentare, a cercare contenuti che vadano oltre l’apparenza e che possano arricchire realmente lo spettatore. Forse non sarà facile realizzare il programma che ha in mente, ma il solo fatto che esistano ancora personaggi come Columbro, capaci di immaginare un’alternativa alla televisione odierna, è motivo di speranza per chi crede che il piccolo schermo possa ancora offrire qualcosa di più.

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