Mariam Battistelli, celebre cantante d’opera, è protagonista del film “Opera!” di Davide Livermore, che rivisita in chiave moderna il mito di Orfeo ed Euridice. Il film, che mescola cinema e lirica, vede la partecipazione di attori di spicco come Vincent Cassel e Fanny Ardant. L’anteprima avrà luogo presso il prestigioso Teatro alla Scala il 19 gennaio, prima di essere proiettato nelle sale cinematografiche dal 20 al 22 gennaio.
Mariam Battistelli incarna il sacrificio nel suo ruolo, riflettendo l’accettazione della perdita, un tema che sente particolarmente vicino alla propria esperienza di vita: abbandonata da neonata davanti a un orfanotrofio ad Addis Abeba, venne accudita dalle suore etiopi e più tardi adottata da una famiglia italiana a Mantova. Laura, la madre adottiva, l’ha cresciuta con amore e dedizione, colmando i vuoti emotivi dell’abbandono.
A Vienna, Mariam ha affinato il suo talento nell’ensemble della Staatsoper, nonostante le difficoltà iniziali con la lingua tedesca. La sua carriera è decollata ulteriormente dopo aver frequentato l’Accademia di Placido Domingo a Valencia. Ha avuto l’onore di esibirsi in produzioni di rilievo, come “La bohème” alla Scala, sotto la direzione della coreana Eun Sun Kim.
La cantante trova in Mariam una madre adottiva straordinaria, che l’ha sempre supportata nel perseguire i suoi sogni. Oltre alla passione per la musica, Mariam ha un interesse anche per lo sport, avendo giocato a football americano con la squadra delle Fenici. Il suo percorso nello sport ha avuto inizio quando, seguendo il suo primo fidanzatino, ha iniziato a giocare a rugby.
Nella carriera cinematografica, Mariam è apparsa come paggio nel “Rigoletto” in una produzione di Andermann. Desidera continuare su questa strada, sognando di lavorare con registi come Sorrentino, Almodovar o Tim Burton. Sul piano personale, nutre il desiderio di esibirsi un giorno in Etiopia.
Ripensando al mito di Orfeo ed Euridice, il film di Livermore evoca un aldilà simile a un hotel. Mariam immagina di incontrare personaggi come Maria Callas, alla quale chiederebbe il segreto per cantare in pace con se stessa, e Luciano Pavarotti, dal quale chiederebbe consigli di cucina. La sua storia è un esempio di resilienza e passione, in cui l’arte diventa un mezzo per affrontare e sublimare il dolore del passato.