Dopo un’attesa che si è protratta per sette anni, i Negrita tornano con un nuovo lavoro, “Canzoni per anni spietati”. Questo album segna un ritorno alla musica carica di significato sociale e politico, ispirata alle protest song degli anni ’60 e ’70. I temi affrontati sono vari e complessi: dalla guerra e le sue devastazioni, ai media che diffondono paura, passando per il potere che sfrutta la violenza, fino a un mondo corrotto dall’odio alimentato dai social. Tuttavia, emerge anche un barlume di speranza, simboleggiato da un’estate che inesorabilmente arriva.

La genesi di questo disco è stata fortemente influenzata da un periodo di stasi creativa, in parte dovuto alla pandemia, che dal 2018 ha impedito ai Negrita di produrre nuovi brani. La svolta è arrivata tramite l’ascolto dei grandi del folk, che ha permesso al gruppo di trovare una nuova direzione musicale. Il frontman Pau descrive il disco come un esempio di “resistenza poetica”, un termine che apprezza particolarmente perché sottolinea il carattere politico, ma non partitico, dell’opera.

Negli ultimi anni, molte delle conquiste sociali ottenute dalle generazioni passate sembrano essere a rischio. Parole come libertà e democrazia vengono rideterminate, spesso con connotazioni peggiorative, mentre l’incessante bombardamento mediatico ci impedisce di discernere la verità. In questo contesto, essere “liberi pensatori”, come si definiscono nella canzone “Noi siamo gli altri”, diventa un atto di resistenza contro la divisione e il conflitto.

L’album include inoltre una cover di “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori, considerato dai Negrita un vero e proprio Dylan italiano. La scelta del brano riflette il desiderio di risvegliare una coscienza collettiva che sembra essersi assopita.

Un’autocritica feroce emerge in “Dov’è che abbiamo sbagliato”, dove si riconosce l’incapacità della generazione attuale di migliorare la situazione sociale rispetto al passato. Tuttavia, l’arte, sebbene oggi sembri spesso ridotta a mero intrattenimento, ha il potere di influenzare e cambiare il mondo.

Nonostante queste riflessioni amare, la canzone “Non si può fermare” cantata da Drigo chiude con un messaggio di speranza. Durante la pausa forzata dalla pandemia, l’indomabile avanzata dell’estate ha rappresentato un segno di cambiamento inevitabile.

L’8 aprile è previsto l’inizio del tour nei club, durante il quale i Negrita porteranno sul palco la loro voglia di tornare all’essenza della musica fatta di strumenti semplici e autentici. L’intenzione è di esibirsi senza l’uso di tecnologia sofisticata, offrendo un’esperienza concertistica che privilegia l’energia e la spontaneità del live.

3 pensiero su “Negrita: Canzoni per anni spietati è un disco di resistenza poetica e politica”
  1. Mamma miaaaa che nostalgiaaaa! Erano anni che aspettavo un ritorno dei Negrita, speriamo che il nuovo album sia all’altezza delle aspettative.

  2. Mai capito sto genere di musica, però capisco che c’è tanta gente che ci trova ispirazione. Magari darò un’occhiata.

  3. Wow, che notizia fantastica! Non vedo l’ora di ascoltare il nuovo album dei Negrita, finalmente tornano con musica che fa riflettere.

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