Nel panorama musicale italiano degli anni ’90, un incontro narrativo tra un giovane cantautore e un carismatico cantautore del passato si è trasformato in una scintilla creativa che avrebbe illuminato un percorso artistico significativo. Il protagonista di questa storia è Luca Gemma, che insieme al suo compagno di corso di Scienze Politiche all’Università di Milano, Gino De Crescenzo, meglio conosciuto come Pacifico, ha fondato il gruppo musicale Rossomaltese. Tuttavia, una svolta determinante nella carriera di Gemma avvenne in un pomeriggio al cinema De Amicis, noto per le sue retrospettive sui maestri del cinema.

Durante una rassegna dedicata a Pier Paolo Pasolini, Gemma si imbatté nel film “Che cosa sono le nuvole?”, parte di un’opera a episodi del 1968 chiamata “Capriccio all’italiana”. La canzone omonima, eseguita da Domenico Modugno, con testi di Pasolini stesso, accolse Gemma con una rivelazione. La voce di Modugno, una presenza che durante l’infanzia di Gemma accompagnava i suoi viaggi in macchina assieme al padre, si manifestò sotto una nuova veste, incitandolo a riscoprire e riacquistare il repertorio del cantante pugliese.

Nel 2024, in concomitanza con il trentesimo anniversario della morte di Modugno, Gemma omaggia “Mister Volare” con l’album “Modugno sulla luna”, reinterpretando otto dei suoi brani più iconici. Tra le esecuzioni, una rivisitazione inedita di “Nel blu, dipinto di blu” in collaborazione con Eugenio Finardi. Sebbene tale progetto sembri maturato in modo spontaneo, le radici risalgono a un’idea di Giorgia Maddama, coreografa della compagnia di teatro danza Koreoproject. Inizialmente pensato come colonna sonora per uno spettacolo destinato a rappresentare la devastazione causata dalla xylella negli uliveti leccesi, Gemma suggerì di utilizzare brani meno noti del Modugno dei primordi anni Cinquanta, scritti in dialetto salentino.

Modugno, sebbene nato a Polignano a Mare, trascorse la sua giovinezza a San Pietro Vernotico, un piccolo borgo della provincia di Brindisi, dove assimilò il dialetto e il folclore locale dei cantastorie del sud Italia. In quel linguaggio, affine al siciliano, compose le sue prime opere, che ebbero successo solo accettando di fingere una diversa origine regionale, poiché la Puglia del tempo non godeva dello stesso favore di oggi.

Opere come “Cantu d’amuri”, “Ventu d’estati”, “Lu minaturi” e “Lu grillu e la luna” rivelano un Modugno sconosciuto ma non meno rilevante, capace di affiancarsi con dignità ai suoi pezzi più celebri come “L’avventura” o “Meraviglioso”. Nel progetto in preparazione, Gemma proporrà anche “Vecchio frac”, la prima canzone che Modugno cantò in italiano, segnando un abbandono del dialetto che tanto significò per lui e per le sue origini salentine.

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