Considerato uno dei più importanti innovatori nel panorama radiofonico e televisivo italiano, Gianni Boncompagni lasciò un’impronta indelebile nel mondo dello spettacolo prima della sua scomparsa, avvenuta il 16 aprile 2017 all’età di 84 anni. Nato ad Arezzo il 13 maggio 1932, Gianni era figlio di un militare e di una casalinga. All’età di 18 anni, decise di trasferirsi in Svezia, dove visse per un decennio, cimentandosi in diversi lavori e iniziando i suoi primi passi nel mondo della radio. Durante il suo soggiorno svedese, incontrò due grandi amori: la prima, Anita, una finlandese figlia di un noto chirurgo, e poi una giovane intellettuale svedese che divenne sua moglie. Con lei alla fine degli anni ’50 si stabilì a Roma.
Dal suo matrimonio nacquero tre figlie: Claudia, Paola e Barbara. Dopo sette anni, la relazione con la sua prima moglie giunse al termine e nel 1964 il divorzio fu ufficiale. Gianni si dedicò con dedizione alla crescita delle sue figlie, all’epoca molto piccole: “Papà era giovanissimo, all’inizio della carriera”, raccontava sua figlia Barbara nel 2017, sottolineando come il padre avesse scelto di occuparsi direttamente delle figlie piuttosto che affidarle ai nonni o ad un collegio.
L’incontro con Raffaella Carrà segna un punto cruciale nella vita di Gianni Boncompagni. Avvenuto alla fine degli anni Sessanta in un’intervista all’alba in Piazza di Spagna, tra i due scoppiò presto l’amore. Nonostante il disappunto della madre di Carrà che sperava per la figlia un marito come un medico o un architetto, la relazione si consolidò e Raffaella divenne una presenza materna per le figlie di Gianni. Durante questo periodo nacquero alcune tra le canzoni più iconiche di Carrà, per cui Boncompagni fu co-autore, come “Tanti auguri” e “Fiesta”. Nonostante il legame amoroso si sia concluso dopo dieci anni, la collaborazione professionale continuò e il loro rapporto rimase sempre speciale. Alla morte di Boncompagni, Carrà lo ricordò con affetto sottolineando l’importanza dell’uomo al di là del sodalizio artistico.
Negli anni Ottanta, la relazione tra Boncompagni e Isabella Ferrari fece scalpore, soprattutto per la differenza d’età: lui aveva 47 anni, lei 17. Un legame che l’attrice ha sempre descritto come equilibrato e privo di ombre, un incontro formativo e positivo nella sua vita. Un’altra storia simile fu quella con Claudia Gerini negli anni Novanta, anch’essa oggetto di commenti per la discrepanza anagrafica. Gerini, ricordando Boncompagni, sottolineò come tra loro ci fosse stata un’affinità genuina, basata sul rispetto reciproco e non su un vantaggio materiale o professionale.
Il lascito di Gianni Boncompagni nel mondo dello spettacolo è stato immenso: un uomo che con la sua genialità ha creato format innovativi e ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare italiana. La sua capacità di interpretare e influenzare i cambiamenti della società tramite la radio e la televisione è un’eredità che continua a ispirare.