Il celebre regista Bong Joon-ho, vincitore del Premio Oscar, ritorna ai temi della fantascienza con il suo nuovo film “Mickey 17”, dopo l’incursione nel presente con “Parasite”. Presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Berlino, il film affronta ancora una volta le disuguaglianze sociali e il destino dei più deboli. Il protagonista, Mickey Barnes, interpretato da Robert Pattinson, è un uomo in fuga da usurai che accetta di lavorare per un magnate intenzionato a colonizzare un pianeta sconosciuto. La sua qualifica di “sacrificabile” si rivela nel modo più drammatico quando viene utilizzato come cavia per esplorare il nuovo mondo, rischiando la vita per capire se l’atmosfera sia tossica per l’uomo. La tecnologia avanzata gli permette di essere rigenerato, con i suoi ricordi intatti, ogni volta che muore, portando la sua esistenza a una ripetizione infinita.
Il film mostra Mickey precipitare in una scarpata sotterranea, e il suo collega Timo, impersonato da Steven Yeun, si concentra solo sul recupero della sua arma, lasciando il corpo del protagonista al suo tragico destino: essere divorato da una creatura simile a un pangolino. La storia è tratta dal romanzo “Mickey 7” di Edward Ashton, e il film ne sviluppa ulteriormente le tematiche, introducendo il personaggio di Kenneth Marshall, interpretato da Mark Ruffalo. Questo magnate, ispirato a Elon Musk con accenni a Trump, rappresenta il volto del capitalismo avido e visionario, trascinando la narrazione verso la farsa con toni grotteschi.
Toni Collette assume il ruolo della moglie Yifa, altrettanto ambiziosa, rendendo ancora più evidente la contrapposizione tra il sacrificio di Mickey e l’avidità dei colonizzatori. Questo contrasto, a volte eccessivo, talvolta rischia di far deragliare il racconto, sebbene Bong Joon-ho punti a una riflessione più profonda rispetto a “Snowpiercer”. Qui, il viaggio surreale di Mickey, adottato invece di essere consumato dalle creature del pianeta, lo riporta alla base dove trova un nuovo Mickey, il numero 18, alimentando un gioco di identità complesso che si sviluppa intorno alla figura di Nasha, interpretata da Naomi Ackie.
L’aspetto affascinante della narrazione viene amplificato dalle performance vocali di Pattinson, che differenzia abilmente i due Mickey. Come già accaduto in “Okja”, Bong Joon-ho utilizza questa trama per sottolineare l’importanza di ritrovare un equilibrio con la Natura, suggerendo che l’umanità deve riconsiderare il suo rapporto con l’ambiente e con le altre forme di vita. Tuttavia, con una durata di 137 minuti, il film potrebbe risultare dilatato più del necessario per alcuni spettatori.