A Mosca, l’ultimo rappresentante del mondo culturale ad aver avuto l’opportunità di incontrare papa Francesco è stato un noto pittore russo, famoso sia a livello nazionale che internazionale. Durante l’incontro, avvenuto il 12 febbraio, solo due giorni prima che il Papa venisse ricoverato in ospedale, l’artista ha condiviso con lui un video di un quadro raffigurante la prima chiesa costruita a Buenos Aires, mentre questo viaggiava a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il Papa, colpito dall’iniziativa, ha commentato con un sorriso affermando che anche lui si sentiva più vicino a Dio.

Inizialmente, l’incontro sembrava destinato ad essere annullato a causa delle condizioni di salute del Pontefice, ma successivamente fu lo stesso papa Francesco a confermare l’appuntamento. Previsti pochi minuti per la consegna di due dipinti, la conversazione si è invece protratta per oltre quaranta minuti.

Il pittore, Nicas Safronov, ci accoglie nella sua abitazione nei pressi del Cremlino. La sua casa, ricca di pezzi d’antiquariato, opere d’arte fiamminghe e oggetti storici, riflette una personalità ben lontana dalla sobrietà tipica del Papa. Alle pareti sono appese fotografie che lo ritraggono accanto a figure importanti e celebrità, come diversi ex presidenti degli Stati Uniti, nonché star del cinema e della musica. In particolare, spicca la sua relazione di lunga data con Vladimir Putin, che recentemente ha fatto notizia per aver regalato un ritratto di Donald Trump, opera dell’artista russo, al presidente americano.

Il dono del ritratto non è solo un gesto artistico, ma simbolizza anche l’avvicinarsi delle relazioni tra Russia e Stati Uniti, come auspica Mosca. Safronov racconta che Putin si è personalmente congratulato con lui per il gesto, considerato un importante contributo alle relazioni bilaterali. Tuttavia, l’artista sottolinea che, a suo avviso, la questione più urgente è la fine della guerra, obiettivo per il quale nutre speranza riponendola nella capacità di Trump.

Durante l’incontro con papa Francesco, l’argomento principale era la cultura russa, una delle passioni del Pontefice. Ricorda come il Papa abbia condiviso aneddoti sui suoi precedenti incontri con Putin, i quali non si focalizzavano su complesse questioni politiche, ma piuttosto sulla loro comune ammirazione per la letteratura russa, in particolare per Dostoevskij.

Nell’ufficio di Safronov, c’è una tela destinata a Tucker Carlson, noto giornalista di Fox News preferito sia da Trump che da Putin. Non sfugge l’importanza dell’arte come strumento di dialogo e riconciliazione in un mondo diviso da tensioni politiche e sociali.

Il pittore si era offerto di inviare al Papa un dipinto raffigurante il Vaticano, concepito come un omaggio non solo al Pontefice ma anche all’Italia, ma non vi è stato tempo per farlo. Conclude con riflessioni sulla spiritualità e sul ruolo dell’arte e della cultura come elementi che spera possano continuare a unire i popoli, in linea con i desideri del Papa recentemente scomparso.

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