Il santo di origini germaniche, nato a Treviri da una famiglia di rango senatorio, ha lasciato un’impronta indelebile sulla città di Milano. Ambrogio, figlio del prefetto delle Gallie, è ricordato non solo per il suo ruolo di vescovo, ma anche per le tradizioni che ha instaurato e che ancora oggi perdurano. Tra queste, l’allungamento del Carnevale che aggiunge quattro giorni alla festività, in memoria del tempo trascorso dai milanesi in attesa del suo ritorno da un pellegrinaggio.
Oppure la prestigiosa inaugurazione della stagione del Teatro alla Scala, che in suo onore si tiene il giorno della sua ricorrenza, il 7 dicembre, vigilia dell’Immacolata, creando un lungo weekend che anticipa le festività natalizie.
La carriera ecclesiastica di Ambrogio iniziò in modo singolare e repentino. Grazie alla fama di pacificatore tra cristiani ortodossi e ariani, quando questi si trovarono divisi alla morte del vescovo Aussenzio, Ambrogio fu scelto come nuova guida spirituale, nonostante non fosse ancora battezzato. La leggenda narra che un bimbo abbia gridato il suo nome durante l’assemblea in chiesa, un grido al quale si unì l’intera folla presente, nonostante i tentativi di Ambrogio di sottrarsi alla nomina. Una volta accettato il ruolo, donò i suoi beni ai poveri e condusse una vita di studio e ascetismo.
Le sue capacità teologiche erano tali che Sant’Agostino stesso trovò in lui la guida per la sua conversione al cristianesimo durante il suo soggiorno a Milano per insegnare retorica. Oggi, Ambrogio è annoverato tra i dottori della Chiesa, per la sua abilità nel divulgare e difendere la dottrina cattolica, caratteristica che lo accomuna a figure come Sant’Agostino e San Girolamo.
Tra le opere materiali, Ambrogio fece costruire diverse basiliche a Milano, inclusa quella che porta il suo nome. Non mancano le leggende sul suo conto: la più celebre racconta di uno scontro con il diavolo, testimoniato da una colonna ancora oggi visibile nei pressi della basilica di Sant’Ambrogio, e quella di un chiodo sacro della crocifissione di Cristo, da lui riconosciuto e custodito.
La celebrazione di Sant’Ambrogio è un momento di grande significato per Milano, fondendo fede, cultura e tradizione. La sua eredità nella liturgia, come l’introduzione del canto antifonale, una pratica musicale liturgica, risalta ancora oggi durante le celebrazioni a lui dedicate. Esempio di vita dedicata alla Chiesa e alla cultura, Ambrogio continua ad essere un simbolo di saggezza e diplomazia, riconosciuto e onorato ben oltre i confini della sua epoca.
Io portavo i miei nipotini al carnevale di Milano e non sapevo che fosse tutto grazie a lui. Sant’Ambrogio era proprio un uomo straordinario, un simbolo di saggezza che ci insegna tanto ancora oggi.
Madonna che figura sto Sant’Ambrogio! Non avevo idea che avesse avuto un impatto così grande su Milano. E poi questo affare del carnevale? Geniale!