L’attore bolognese Stefano Accorsi e la giovane Ginevra Francesconi sono i protagonisti del film di Ivano De Matteo, intitolato “Una figlia,” presentato al Bif&st di Bari e in uscita nelle sale cinematografiche il 24 aprile. La trama ruota attorno al difficile rapporto tra un padre, vedovo, e sua figlia Sofia, che accudisce con amore e dedizione. La dinamica tra i due si complica quando l’uomo tenta di ricostruire la propria vita affettiva affiancandosi a una nuova compagna, non accettata dalla figlia, che la considera una bugiarda e la respinge con decisione.
La vicenda, ambientata in una famiglia apparentemente normale, prende una svolta drammatica e imprevedibile quando l’insofferenza e i conflitti interni sfociano in un atto irreparabile. Il regista De Matteo sottolinea come spesso si tenda a minimizzare gli errori dei figli, considerandoli delle semplici leggerezze. Il film esplora, con sensibilità e profondità, temi complessi come l’istinto paterno, la rabbia, il rifiuto, il perdono e la forza dell’amore. Stefano Accorsi stesso dichiara di non sapere come reagirebbe in una situazione simile: la convivenza con una nuova compagna non è semplice e porta con sé diverse problematiche.
Oggi la società appare più complessa e i giovani comunicano sempre più attraverso i social, secondo quanto afferma Accorsi. Tuttavia, il rischio di isolamento è alto, e si assiste a un crescente divario tra ricchi e poveri. De Matteo è consapevole anche dei giovani attratti dalla violenza e racconta l’esperienza del carcere minorile come estremamente dura: anche un solo giorno in quel contesto è pesante.
Il film affronta in modo delicato il dolore delle vittime e la complessa condizione del carnefice, cercando di illuminare le conseguenze di atti senza ritorno. Durante la lavorazione, De Matteo ha riflettuto sulla sua esperienza personale di genitore, trasmettendo le emozioni dei personaggi in maniera diretta e senza filtri. In “Una figlia,” lo spettatore è trascinato da una quotidianità apparentemente tranquilla a un evento inimmaginabile, mettendo in discussione la normalità stessa.
Ivano De Matteo, che aveva già scosso il pubblico con il suo film precedente “Mia,” continua a esplorare la gabbia domestica della disfunzionalità familiare. Il regista si prepara ora a spingersi verso nuovi territori narrativi, annunciando una futura transizione verso la commedia amara e la satira di costume.