A pochi istanti dall’inizio della terza stagione di The White Lotus (disponibile su Sky e NowTv), la meta del viaggio appare già evidente. Una formula vincente non va mai modificata: un gruppo di individui facoltosi, ma decisamente insopportabili, si ritrova in un lussuoso resort, e l’ipocrisia, il rancore e l’autosabotaggio non tardano a manifestarsi. Tuttavia, Mike White, il creatore della serie, alza la posta: non ci sarà solo un singolo cadavere nel flash-forward, ma un’intera carneficina. Non si tratta di uno spoiler, bensì della versione deluxe del consueto disastro morale. Ciò che rimane ancora più vivido è il diletto del pubblico nel veder crollare le élite sotto il proprio peso. Ammettiamolo: osservare il ceto privilegiato che si disintegra è un piacere sottile e irresistibile.

Seguendo l’esplorazione della lotta di classe ambientata alle Hawaii e la tematica dell’eros in Sicilia, questa terza stagione si concentra sul benessere spirituale: la nuova, e forse più infida, frontiera dell’ipocrisia dei ricchi Wasp. Perché meditare gratuitamente quando si possono sborsare cifre astronomiche per un’esperienza esclusiva? Perché introspezionarsi quando un guru, strapagato, può confermare la propria unicità? La serie continua a proporre una satira sociale di alta qualità, ora presa di mira verso la nostra incessante ricerca della serenità interiore.

Il cast è composto, come sempre, da personaggi tanto odiosi quanto affascinanti. Troviamo un nucleo familiare americano dilaniato da tensioni inesplorate; coppie bizzarre composte da giovani donne e uomini di mezza età; un trio di amiche di lunga data che si concedono una vacanza intrisa di falsi sorrisi e pettegolezzi velenosi; e un rientro in scena di una vecchia conoscenza della serie, certamente non serena. Il meccanismo narrativo rimane immutato: osservare l’autodistruzione dei benestanti e godere delle loro disfatte (la celebre Schadenfreude). Nulla di stravolgente, certo, ma di storie come queste non se ne avanza mai.

In sintesi, The White Lotus riesce ancora a incantarci con il suo irresistibile cocktail di satira, critica sociale e disastri annunciati, trasportandoci in un mondo dove i privilegi vengono messi a dura prova e ci invita a riflettere sui paradossi della condizione umana.

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