Trudie Styler, regista e produttrice di grande fama, è conosciuta anche per il suo impegno nell’attivismo ambientale e per il suo lungo matrimonio con il celebre cantante Sting, con il quale festeggia 30 anni di unione. Celebre il 71° compleanno a Parigi, Styler ha rilasciato una dettagliata intervista al quotidiano Times del Regno Unito, nella quale ha condiviso il suo amore per l’Italia.

Il suo recente documentario intitolato «Posso Entrare? An Ode to Naples», ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio come miglior documentario alla 28esima edizione del Capri, Hollywood International Film Festival. Nel film è possibile vederla mentre esplora Napoli e dialoga con i suoi abitanti, raccogliendo storie di vita significative. Tra i protagonisti del documentario, vi sono figure come Nora Liello, una nuotatrice quasi centenaria con un passato di celebrazioni durante il regime fascista, e Roberto Saviano, scrittore sotto protezione per le sue denunce sulla criminalità organizzata. Sting, suo marito, appare brevemente mentre esegue la sua canzone «Fragile» con una chitarra realizzata dal legno di un’imbarcazione di migranti.

Styler ha espresso quanto non le piaccia separarsi per lunghi periodi da Sting, con cui ha iniziato una relazione nel lontano 1982. Questo avvenne mentre lui era ancora legato in matrimonio con l’attrice Frances Tomelty, circostanza che allora destò scalpore, considerando anche l’amicizia di Styler con Tomelty. Insieme, hanno quattro figli: Brigitte, Jake, Eliot e Giacomo, e condividono anche l’affetto per i due figli avuti da Sting dal precedente matrimonio. Inoltre, i rumors riguardo alla loro vita intima hanno spesso catalizzato l’attenzione mediatica per l’interesse verso le presunte esperienze di sesso tantrico.

Oltre alle residenze a Londra e nel Wiltshire, la coppia possiede un vigneto in Toscana, che riflette il profondo legame di Styler con l’Italia. Un legame che risale a quando era un’attrice ventenne che muoveva i primi passi nel mondo del cinema a Cinecittà, partecipando a film come «La sposa americana» e «Mamba».

L’intervista a Roberto Saviano rappresenta uno dei momenti più intensi del documentario. La logistica per l’incontro ha richiesto precauzioni straordinarie a causa delle misure di sicurezza necessarie per lo scrittore, che vive una condizione vulnerabile simile a quella di Salman Rushdie. Styler ricorda con affetto la sua lunga corrispondenza con Rushdie e sostiene che la condizione di Saviano sia motivo di profonda empatia.

Anche la visita a Scampia, emblematico quartiere napoletano associato alla camorra, e le dolorose testimonianze di chi ha perso persone care, formano parte dell’opera. Styler non nasconde l’entusiasmo di tornare dietro la macchina da presa, dopo il suo debutto nella regia cinematografica avvenuto nel 2017 con «Freak Show».

Fondatrice della società di produzione Maven Pictures, supporta attivamente le donne nel cinema. Ha anche prodotto il debutto alla regia di Scarlett Johansson, «Eleanor the Great», film che vede l’attrice dirigere un cast guidato dalla talentuosa June Squibb. Styler descrive Johansson come un talento con idee precise, pronta a tramutare la sua esperienza e passione in un progetto audace che spera di presentare al Festival di Cannes.

La carriera di Styler si intreccia con il suo impegno personale e professionale verso progetti significativi, sia attraverso produzioni artistiche che riguardano tematiche sociali, sia nel mantenere un forte legame con la cultura e le tradizioni italiane.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *