Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha suscitato scalpore giovedì con la sua affermazione secondo cui i palestinesi dovrebbero essere trasferiti da Gaza una volta conclusa l’operazione militare di Israele sulla regione costiera. In un post pubblicato su Truth Social, Trump ha proposto di reinsediare i palestinesi in “comunità molto più sicure e belle”, promettendo loro “case nuove e moderne”. Secondo Trump, questo trasferimento forzato darebbe ai palestinesi “la possibilità di essere felici, al sicuro e liberi”. Ha inoltre descritto il suo progetto come “uno degli sviluppi più grandi e spettacolari del genere sulla Terra”, sostenendo che non richiederebbe alcuna presenza militare statunitense.
Il piano è stato presentato per la prima volta da Trump martedì, quando ha suggerito che gli Stati Uniti avrebbero “preso il controllo della Striscia di Gaza” alla fine del conflitto tra Israele e Hamas, trasformando l’area nella “Riviera del Medio Oriente”. Tale proposta non ha tardato a suscitare reazioni indignate da parte delle nazioni arabe e delle principali capitali europee. L’idea di reinsediare i palestinesi in paesi limitrofi come Giordania ed Egitto è stata fermamente respinta da questi stati. Il ministro degli esteri tedesco ha addirittura definito la proposta una violazione del diritto internazionale.
In un altro fronte, il presidente statunitense ha anche attaccato Chuck Schumer, leader della minoranza democratica al Senato, etichettandolo come palestinese. Tuttavia, mercoledì sera, Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha chiarito che il trasferimento dei palestinesi sarebbe temporaneo, contraddicendo così le precedenti dichiarazioni di Trump.