La mattina mi svegliai insolitamente presto, verso le cinque e tre quarti. Non riuscii più a prendere sonno.

Dopo la colazione, con l’autobus dovevamo arrivare fino a Capri. Lì il primo intoppo, non era proprio aria di entrare tutti sull’autobus. Optammo per i tipici taxi. Arrivammo alla piazzetta di Capri intorno alle nove. La prima tappa era l’arco naturale. Un bellissimo arco scolpito dal vento e dal tempo. Enorme.

La seconda tappa invece fu villa Jovis. Settemila metri quadrati a disposizione dell’imperatore Tiberio. Da dove negli ultimi sette anni della sua vita, governò l’impero romano. La villa è ricca di affacci panoramici, su tutto il golfo di Napoli. Spicca il Vesuvio e la punta campanella.

Dopo una discesa nei boschi capresi, ci trovammo a Villa Lysis. Appartenuta ad un eccentrico nobile. Fersen. Dove viveva con il suo amante, Ninetto. Un giovane strillone di giornali a piazza Venezia. Che trovò fortuna e ricchezza.

Discesa a Capri, poi con l’autobus fino a Marina piccola. La spiaggietta non era molto affollata. Lì prendemmo la barca, per il mitico giro. Così abbiamo visto i faraglioni da vicino. Notevole fu anche la villa di Curzio Malaparte. Nonché le varie grotte, archi e rocce, che l’erosione dell’acqua e del vento ha scolpito.

Dopo una breve sosta a Marina grande, dove sbarcammo. Prendemmo l’aliscafo per Napoli alle 17:35. Alle sette e venti il treno per Roma. Il piccolo viaggio a Capri era finito.

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