Le neuroscienze analizzano le decisioni umane, compresa quella di scegliere il momento, il luogo e il tipo di vacanza. Lorenzo Dornetti, 36 anni, psicologo specializzato in neuroscienze applicate alla vendita e direttore di Neurovendita Lab, afferma che le neuroscienze rappresentano la psicologia cognitiva dell’era moderna, abbracciando elementi di statistica e biologia. Questa disciplina consente di monitorare le aree cerebrali attive in specifiche situazioni e di elaborare enormi quantità di dati. Ma cosa possiamo apprendere da questo punto di vista privilegiato riguardo alle scelte vacanziere?

Quando si decide la meta delle proprie vacanze, si attivano nel cervello aree particolari: da una parte la corteccia visiva, dall’altra le regioni limbiche. Questo processo cerebrale suggerisce che si tende a costruire un film mentale ed emotivo del viaggio, bilanciando emozioni positive, come l’anticipazione della felicità, e negative, come il “dolore da pagamento” legato ai costi e la paura del rimpianto di una scelta sbagliata.

Ma qual è il ruolo della razionalità in queste scelte? Attualmente, il viaggio è spesso percepito come una fuga da una vita piena di stress, connesso principalmente a emozioni. La modernità ha visto un aumento del livello medio di cortisolo nel corpo umano, rendendo il viaggio un bene prezioso e difficile da sacrificare, grazie alla sua capacità di ridurre lo stress.

Nei nostri itinerari mentali delle vacanze, cosa riteniamo più attraente? Le ricerche individuano due fattori principali: da un lato, l’“heritage” che comprende la bellezza del luogo, la storia e gli spazi visitabili; dall’altro, le esperienze, con particolare enfasi sulla componente eno-gastronomica.

Perché l’enogastronomia è così centrale? Non si tratta solo di gustare piatti che si potrebbero provare anche a casa. Viaggiare per scoprire una cucina offre autenticità, un’esperienza di condivisione vissuta in un clima di relax e benessere.

Nonostante il fenomeno dell’overtourism, con la creazione di viaggi di massa che possono risultare stressanti, le persone continuano a scegliere queste opzioni. Gli esseri umani sono imitativi e tendono a uniformarsi alle azioni altrui, una strategia funzionale sia in termini di evoluzione sia nel funzionamento del cervello: nell’incertezza, ci si affida alle scelte della maggioranza.

Vi è un piacere intrinseco nel seguire il gruppo, non per debolezza, ma perché la sopravvivenza umana è stata storicamente basata sulla comunità e sull’integrazione sociale, dove l’imitazione rappresentava uno strumento di accettazione. Tuttavia, esistono anche viaggiatori spinti da un bisogno costante di scoprire il nuovo, mosso dal “novelty seeking”, un desiderio di esplorare oltre le rotte convenzionali, che spesso si accompagna a un maggiore rispetto per le culture e gli ambienti incontrati.

Un consiglio neuroscientifico per scegliere la vacanza perfetta è quello di combinare l’emotività inevitabile della decisione con un’analisi razionale. Informarsi dettagliatamente e valutare i costi effettivi rappresenta una strategia utile per evitare le trappole del marketing, come l'”effetto scarsità”, che sfrutta la paura di perdere un’opportunità per indurre all’acquisto impulsivo, magari a prezzi non competitivi.

In conclusione, le neuroscienze ci offrono un quadro chiaro delle motivazioni dietro le scelte vacanziere, permettendoci di capire come gli aspetti emotivi e sociali giocano un ruolo fondamentale, pur lasciando spazio all’individualità di chi cerca nuove esperienze.

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