Me ne stavo tranquillamente seduto sul divano, quando mi affaccio dalla finestra del terrazzo. C’è un paese su una collina, una collina dai tratti dolci, arrotondati. Non vedo strade intorno, apparentemente non ve ne sono. Sembra uscito da una favola, tanto surreale che mi viene da chiedermi se veramente ci abita qualcuno. Oppure è messo lì, come un soprammobile, delizia della vista.
Poi usciamo per fare la spesa, e mi accorgo che c’è ne sono molti di questi paesi. Piccoli gruppi di case, che se ne stanno lì, su queste linee stondate. Tipiche di alcune campagne del centro Italia.
La mattina gli uccellini si fanno sentire, tra le sei e le sette danno il loro meglio. Non sono fastidiosi, ma si sente che sono tanti. Ancora avvolto nelle coperte, il cinguettio concilia il dormiveglia mattutino.
Le giornate scorrono lente, nella casa dei miei amici. Tra i rumori della strada e quelli del vento. È più dolce la resa in questa terra. Si ha quasi la sensazione di accettare la propria vita così com’è, senza volerla stravolgere. Lontano da quella compulsione, tipica della grande città.
Il giorno della partenza gli uccellini iniziano il loro cinguettio alle sei in punto. Ci si può regolare l’orologio, mi ero svegliato una prima volta alle 5:40, e tutto taceva.
La mattina della partenza mi attardai di più, tra le braccia di Morfeo. Forse volevo prendere quella quiete fino all’ultima goccia. Alle sette del pomeriggio ero nuovamente a casa, stanco ma contento.