e in altre regioni del paese dove si sorseggia vino e si discute di testi accademici; a Firenze, si può entrare in una libreria per firmare una petizione di quartiere; a Napoli, nel quartiere Vomero, esistono librerie a cielo aperto dove le copertine dei libri si scaldano al sole. Questi spazi variano dal palazzi storici con volte in pietra a stanze lunghe e strette aperte di recente. Indipendentemente dalla forma che assumono, le librerie sono sempre luoghi di avventure e scoperte, perché essere un libraio non è solo un mestiere, ma anche una missione. I libri, a loro volta, possono rappresentare un fine o un mezzo per raggiungere obiettivi più ampi, come supportare i ragazzi con difficoltà di apprendimento.

A Castiglione del Lago, la libreria Libri Parlanti si distingue per il suo impegno a favore di chi ha difficoltà di lettura, proponendo attività di lettura ad alta voce in collaborazione con un centro di supporto alla dislessia. Qui, all’ingresso, si trova un bancone con una macchina del caffè e una vetrinetta di dolci, con lo scopo di accogliere anche chi non è un grande lettore.

Nel centro di L’Aquila, vicino alla piazza del Duomo ancora in ricostruzione, sorge la libreria Colacchi, un punto di riferimento per le attività culturali cittadine. Nata nel 1938, questa libreria ha affrontato anni di sfide, compreso il trasferimento in un centro commerciale dopo il terremoto, per poi trovare una nuova sede nel corso Vittorio Emanuele II. La Colacchi è oggi non solo una testimonianza storica, ma anche simbolo del riscatto e della rinascita, importante per una comunità in ricostruzione che ha perso la biblioteca locale e altri spazi di aggregazione.

Queste storie sono esempi di come le librerie indipendenti possano diventare centri di cultura e resistenza, affrontando le sfide del mercato librario moderno, dove libri arrivano con la stessa velocità di altre merci. I librai cercano di elevare questi oggetti, di dargli spazio e tempo per essere apprezzati. E così, attraverso la loro passione e dedizione, riescono a creare legami tra i libri e i lettori, garantendo che ogni volume trovi il suo giusto posto nella nostra società.

Intraprendere un viaggio attraverso tali luoghi non è privo di difficoltà, e all’inizio sembra quasi impossibile abituarsi alla solitudine e alla gestione di un grande furgone. Tuttavia, con il passare del tempo, si prende confidenza e si scopre piacere anche nei piccoli momenti. Il furgone, imponente e complesso da manovrare per le strade d’Italia, diventa una casa su quattro ruote, anche se è un Citroën bianco familiare e non un classico Volkswagen degli anni ’80.

Durante questa avventura, a volte si dorme in campeggi deserti, altre volte su marciapiedi cittadini, risvegliati dal rumore degli operai o dal suono delle onde del mare. Tra monti e pinete, o immerse nei centri urbani, le situazioni possono variare notevolmente, ma in ognuna si trova una scintilla di novità e bellezza. Le sfide iniziali, che includono il confronto con i numeri – tappe del tour, vendite, partecipanti – si superano grazie al sostegno delle librerie e al calore delle comunità che ruotano attorno a questi piccoli ma vitali centri culturali.

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