Cambiare non imporre

cambiare non imporre
cambiare non imporre

I movimenti populistici che parlano tanto di democrazia non possono imporre idee e nomi non è democrazia.
Dove c’è un Popolo c’è un diritto cioè delle leggi che regolano i rapporti dei cittadini. Cosi nell’ambito Europeo ci sono dei trattati che regolano i rapporti tra i Paesi. Quindi il tutto deve passare attraverso le procedure democratiche che si sono dati i Paesi Europei. Se ciò viene imposto manipolando le carte in tavola non è più l’iter democratico ma imposizione ciò che era successo con l’avvento del fascismo.
Il Paese è ancorato all’Europa e si deve adottare la via democratica per cambiare le regole che non vanno perché dettate dai poteri forti di alcuni Paesi fondatori. Per esempio la Germania. detiene gran parte dei nostri titoli di Stato e quindi del nostro debito pubblico. Dopo la seconda guerra mondiale, la Germania, era rasa al suolo e oggi è il primo paese Europeo più evoluto e sta usando il potere della finanza, attraverso il ricatto dello spread, per imporre idee e decisioni. Poi un altro dato di fatto, la Germania quando ha delle difficoltà, si rivolge alla Francia senza coinvolgere tutti i Paesi del’Unione. Le decisioni in Europa devono essere prese, in comune accordo da tutti i Paesi che la compongono e no bilateralmente.
Il nostro Paese ha delle grandi potenzialità ma non sono state sfruttate a pieno a causa di: predoni politici inneggianti allo sfascio, organizzazioni criminali, scandali finanziari di banche e di vario tipo, ingerenze straniere, deturpazione del lavoro attraverso la vendita di pezzi produttivi a stranieri. A queste condizioni governare e lavorare seriamente per il bene comune e non per convenienza solo di certe parti politiche è difficile. Un Paese diviso non va da nessuna parte invece l’unione fa acquistare dignità e peso politico.
Le forze politiche specialmente quelle populistiche dopo le elezioni politiche del 4 marzo 2018 hanno continuato a fare la sua “brava” campagna elettorale ognuno per il suo tornaconto personale. Imporre il nome di un Economista per il Governo, tendenzialmente con idee di uscita dall’Europa e dall’Euro, non trova l’assenso del Colle che ha le sue ragioni, per il bene comune, alle decisioni prese. Si devono rispettare le procedure democratiche dettate dalla Costituzione e non è accettabile la mancanza di rispetto al Presidente e alle Istituzioni. D’altronde la Lega che ha presentato l’economista al Colle, non eletto dal popolo, poteva benissimo concordare un altro rappresentante della Lega stessa. Il Presidente deve essere il garante della Costituzione con connotati democratici e repubblicani.
Siamo in piena bufera politica molto pericolosa per una deriva democratica a favore: di forze destrorse e dei mercati. La parola d’ordine della destra è lo sfascio del Paese per imporre idee e decisioni egocentriche con i mercati in loro favore e il tutto pilotato, guarda caso, dalla Germania.

Be the first to comment on "Cambiare non imporre"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*