LA QUESTIONE DELLE ARMI

Immagini della guerra in Ucraina
Immagini della guerra in Ucraina

Nella situazione attuale dove ancora imperversa la Pandemia del Covid19, riflettendo in modo negativo sull’economia. Con   più di sette milioni di non  vaccinati che vivono alle spalle di chi si è vaccinato con tre dosi  e  sono dei possibili portatori di Omicron due e “sottovarianti” virus molto veloci nei contagi. Con la guerra in Ucraina che ha portato nel nostro Paese circa cinquantamila rifugiati che devono essere accolti in strutture e vaccinati con un costo. Con le sanzioni alla Russia di Putin e il conseguente aumento del costo delle fonti energetiche, fornite dalla Russia,  che finanziano indirettamente la guerra. Questi costi energetici si riflettono pesantemente sull’economia del nostro Paese, come un bumerang, con l’aumento dei prezzi speculativi al consumo e aumento dell’inflazione  e un sensibile aumento dei poveri. Con tanti piccoli imprenditori  che chiudono le loro attività per non incorrere nel fallimento.  Con i terremotati che aspettano ancora una  casa dopo lunghi anni:  tredici per l’Aquila e sei per il Centro Italia. La troppa  burocrazia e la corruzione, a vantaggio di una parte della società, che soffoca l’equità sociale. Come si può proporre un aumento delle spese militari  e si può armare  Abele per mettergli lo spirito di Caino?  E’una cosa sbagliata che ha sfiorato una crisi di governo. Mandando le armi e proporre un aumento delle spese militari si tolgono risorse prioritarie al Paese. La guerra è una mostruosità da scartare a priori perseguirla significa lasciare soprattutto ai giovani un domani fatto solo di sentimento di odio e sull’orlo della catastrofe umanitaria. I fatti di Bucha, località nei pressi di Kiev, hanno fatto vedere il vero volto dell’atrocità del male assoluto della guerra e qualcuno ne dovrà rispondere come un abominevole crimine di guerra di fronte alla Comunità Internazionale.  Si può dire, con divulgazione di fatti di guerra   orrendi  24 ore al giorno, mai successo anche nelle altre guerre l’ultima dell’Afganista durata più di 20 anni o quella della Siria,  qualcuno sta trascinando l’Europa in una guerra che non si vuole con il rischio di una distruzione totale con l’atomica?   Con un’aggressione non si può rispondere con più guerra, fornendo più armi all’altra parte, ma tutto si combatte con l’arma più efficace quella  del dialogo che deve produrre: pace,pace e pace. Quindi bene: l’accoglienza temporanea, il cessate il fuoco, l’aiuti e corridoi umanitari ancora più intensi , dialoghi incessanti di pace e altri aiuti che non riguardano invio di armi.

Il Presidente  della Repubblica Sandro Pertini, che conosceva bene gli orrori della seconda guerra mondiale, al suo insediamento al Parlamento Riunito disse le testuali parole: « L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire. » Ma i guerrafondai non si sono mai fermati hanno continuato imperterriti a costruire e vendere armi  sempre più letali come quelle di distruzione di massa.                                                                                             

Tutte queste condizioni attuali stanno cambiando: il modo di pensare, le nostre abitudini e le geopolitiche attuali ma una cosa è certa  chi vuole  l’inferno se lo vada a cercare.