I proprietari dell’ostello erano veramente gentili, persone interessanti. Il più vecchio avrà avuto cinquantanni mentre il giovane era sulla trentina. Ambedue abitavano a Parigi e passavano l’estate a Marsiglia gestendo quella piccola attività, un appartamento con due stanze e quattro letti a castello.

Sul trenino che mi portò in centro, la mattina dopo il mio arrivo, una signora francese davanti a me sorrideva mentre teneva a bada due bambini neri, presumo adottati.

Al centro a farla da padrone erano le sale da tè, perlopiù frequentate da magrebini. Entrai in un bar per pisciare, e ordinai un caffè. Poi mi feci un paio di sigarette passeggiando. Il lungomare era quasi tutto ristrutturato, pulito e ordinato. Era quasi ora di pranzo e andai in un McDonald con la vetrata che dava su una piazza piena di gente.

Decisi di prendere un tè anche io, visto che li andava per la maggiore. Mi fermai in un locale che aveva dei tavoli all’aperto, volevo fumare. Qualcuno parcheggiava la macchina per fare una passeggiata. Io intanto già pensavo a Barcellona. Marsiglia doveva essere solo un gradevole passaggio verso la capiatale catalana.

Era pomeriggio quando tornai all’ostello, non avevo voglia di stare in giro la sera. Volevo riposare. Nell’ostello era arrivato qualche nuovo viaggiatore, una ragazza cinese e un ragazzone canadese. Feci la doccia e mi misi a letto.

I proprietari si fecero portare una pizza, mi aggregai a loro. Mangiammo insieme e poi parlammo davanti ad una tazza di tè, una costante da quelle parti. Erano curiosi di sapere cosa ne pensavo dell’attuale premier italiano, all’epoca era Renzi. Loro avevano una buona opinione, da quanto mi sembrò di capire soprattutto per la giovane età. Fumai una sigaretta fuori dal balcone, mentre qualcuno traccheggiava in cucina. Mi accomiatai e andai a letto, mi addormentai presto. L’indomani mattina avrei preso il treno per Barcellona.