Una guerra molto complicata

Certo dovremmo riflettere sul perché alcune nazioni, e purtroppo alcuni popoli, nonostante i buoni rapporti che abbiamo tentato di mantenere, ci guardano con disprezzo. E alla prima occasione ci voltano le spalle senza molte spiegazioni. Penso alla Cina, per esempio.

E cosa ancor più sconvolgente, è che tanti anche tra gli occidentali tendono a disprezzare il mondo occidentale.

Forse nella nostra società il contrasto tra chi vive nel benessere e chi ne rimane escluso, suscita un’invidia e un rancore tale che porta le persone a sposare le tesi più ciniche e barbare. O forse semplicemente non tutti amano la libertà, infatti essa porta con se una responsabilità delle proprie azioni che per molti è insostenibile. La responsabilità che crea la libertà, può costituire un fardello troppo pesante da portare, e ci si illude che il dittatore di turno, come un padre premuroso, ci libererà da questo peso.

È una guerra complessa quella che stiamo vivendo. Che si combatte su vari fronti. Quello che ci sembrava scontato, ovvero che nei nostri paesi fossimo arrivati ad una base di civiltà tale, da presupporre che tutti fossero convinti dei principi base del vivere civile; sembrerebbe non essere vero.

Anche gli interessi economici, non bastano più a farci avere solide alleanze. L’irrazionalità del potere, porta i dittatori di tutto il mondo a sposare la causa russa. Non si spiega come la Cina, che fa affari con noi, è che in una logica di benessere e prosperità, avrebbe tutto l’interesse a schierarsi dalla nostra parte, e cercare di fermare ad ogni costo questa guerra. Invece ci sta voltando le spalle, andando a stringere sempre di più un’alleanza tossica con Mosca che nulla di buono può portargli. E nel fare ciò, non si pone molti problemi nel mettere a rischio i miliardi di dollari che fa nei nostri mercati. Che rappresentano la fetta di gran lunga più importante della sua economia.

Forse questa è la fine della globalizzazione, immolata sull’altare di emozioni irrazionali. Che portano le persone a voler sostenere quello che viene dalle loro viscere. Piuttosto che impegnarsi nella costruzione del villaggio globale, che sembra aver perso la sua spinta propulsiva. Non è più attraente, sembra ormai un noioso attrezzo del passato.

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